In fuga per 440 chilometri e poi per i tetti

Una sportina riempita alla meglio con qualche indumento. E poi 440 chilometri di fuga in auto verso sud: fino alla casa di un amico a Serracapriola, comune con meno di quattromila anime della provincia di Foggia. Il tentativo di Angelo Salvatore di darsi alla macchia è durato esattamente 24 ore e si è concluso verso le 17 di domenica tra le braccia dei carabinieri del Nucleo investigativo di Ravenna dopo un ultimo e inutile tentativo di tagliare la corda per i tetti prima, lanciandosi da un balcone poi e infine mettendosi a correre forsennatamente per i tortuosi vicoli del paese. I militari ravennati, appoggiati dai colleghi della locale Stazione, erano però ormai a una incollatura da lui e così non c’è stata partita. L’uomo - perito meccanico di 55 anni, di origine foggiana che da tempo vive a Ravenna - è stato quindi portato nel carcere di Lucera in attesa dell’udienza di convalida del fermo per il tentato omicidio aggravato del 38enne muratore albanese Adriatik Kuqja. Quest’ultimo, accoltellato alla gola verso le 17 di sabato nella centralissima piazza Baracca davanti al bar ’Selfie now’, è ricoverato in terapia intensiva in condizioni gravissime dopo una delicata operazione andata avanti per ore per arrivare a suturare l’ampio taglio alla giugulare. Le ricerche del sospettato, alle quali hanno collaborato pure i militari dello squadrone eliportato cacciatori di Puglia, sono andate avanti ininterrottamente per un giorno intero e sono scattate praticamente da subito: da quando cioè la prima pattuglia del Radiomobile è arrivata in piazza Baracca giusto poco dopo l’inizio della fuga del Salvatore verso via Oberdan. I carabinieri dell’Investigativo sono partiti dalla casa del 55enne: lui era già sparito portandosi appresso una sportina piena di roba e spegnendo il cellulare. Dalle verifiche è emerso che, probabilmente per confondere le acque, grazie a un parente - forse ancora all’oscuro dell’accaduto - si è scambiato d’auto per arrivare a casa. Qui ha abbandonato quella che aveva usato per raggiungere piazza Baracca, una Kia comperata da poco, e ha preso l’altra in sua disponibilità, una Stilo. E poi giù, lungo lo Stivale per quasi 5 ore con le mani attaccate al volante e gli occhi incollati al parabrezza. Il nome di Serracapriola, paese natale del fuggiasco, è balenato subito per la testa degli inquirenti coordinati dal pm Angela Scorza. E così anche loro si sono lanciati verso sud alla ricerca del nostro. La prima perquisizione dell’Investigativo in un immobile di proprietà del 55enne, non ha dato frutti. Poi, grazie alla conoscenze del territorio dei carabinieri del posto, è emerso che il 55enne è molto amico di un 51enne che vive lì. E’ stata la svolta: perché non appena arrivati all’abitazione, gli inquirenti si sono accorti della indicativa presenza di una sportina con indumenti e cellulare dentro. Alla domanda di chi fossero, il 51enne ha manifestato un deliquio tale da rendersi necessario l’intervento del 118: del resto se dovesse emergere che ha intenzionalmente coperto il fuggiasco, rischierebbe una denuncia per favoreggiamento. Tutto si è quindi svolto rapidamente: da dietro l’abitazione è spuntato un uomo - il Salvatore appunto - il quale, dopo essere sgusciato sui tetti grazie a una botola, si era lanciato da un balcone ricadendo sul vicolo: qui ha iniziato a correre con i carabinieri alle spalle. Il fermo è avvenuto quasi profeticamente su una via che porta il nome di un generale capace di evocare epiche vittorie in Crimea: La Marmora. L’arma bianca con la quale ha tagliato la gola al rivale - un coltello ma potrebbe trattarsi anche di un robusto cutter da carpentiere - ha detto di averla gettata via poco dopo l’accaduto. E in merito alle ragioni di una simile reazione, il 55enne - difeso dall’avvocato Vittorio Piemontese del Foro di Foggia - avrebbe a caldo confermato che si era trattato di un’azione d’impeto legata agli schiaffi mollati dal muratore albanese al culmine di una banale lite da bar. L’ultimo dettaglio è per il carcere: il Salvatore era destinato a quello di Foggia che però in questo momento è pieno. Andrea Colombari

In fuga per 440 chilometri e poi per i tetti

Così i carabinieri hanno arrestato l’accoltellatore di sabato scorso dopo 24 ore culminate con un tuffo dal balcone e una corsa tra i vicoli