La Salina di Cervia? Un pezzo di storia

Fanno parte della città e sono composte da oltre 50 bacini. Ogni cervese sa che la strada di casa si cerca guardando alle saline

La Salina di Cervia? Un pezzo di storia

La Salina di Cervia? Un pezzo di storia

Ogni cervese sa che la strada di casa si cerca "guardando alle Saline": ogni cervese sa che la storia, la tradizione e i valori più importanti che vanno dalla famiglia, ai legami, fino ai sacrifici del duro lavoro, sono racchiusi nella grande raccolta del sale, che tuttora i preziosi salinari di Cervia portano avanti con dedizione e passione e tramandano con impegno. Già alle scuole primarie infatti, i bambini di Cervia seguiti dai propri insegnanti, incontrano i salinari con appuntamenti sia a scuola sia sul posto: nella natura incontaminata e protetta, i bambini imparano le varie fasi della raccolta dell’oro bianco e riconoscono la dolcezza della brezza che sfiora le grandi vasche riscaldate dal sole.

La Salina di Cervia è la più a nord d’Italia, si estende per 827 ettari, in un parco naturale, oggi porta sud del Parco regionale del Delta del Po e da sempre riserva naturale di popolamento e di nidificazione per molte specie animali e vegetali. È grande un terzo dell’intera estensione del comune di Cervia ed è compostata da oltre 50 bacini, circondati da un canale di oltre 14 chilometri, che consente all’acqua del mare Adriatico di entrare ed uscire dalla salina. La raccolta avviene nel cuore della salina, nei bacini chiamati “rango” e divisi in tre vasche, complessivamente lunghe un chilometro e larghe 160 metri. È qui che si forma e si raccoglie il sale che oggi viene raccolto con l’ausilio di un nastro trasportatore e di un carrello, che è in tutto e per tutto un trenino. L’uso di macchine per la raccolta risale al 1959 e da allora ogni anno, dall’inizio di agosto, per circa quaranta giorni avviene il rito della cavadura. Solo nella Salina Camillone la raccolta avviene ancora in maniera artigianale, proprio come avveniva un tempo.

Cervia è famosa per il suo sale dolce, cioè cloruro di sodio purissimo con una quasi inesistente presenza di altri cloruri amari. Il sale di Cervia è venduto attualmente in 34 Paesi, nei cinque continenti.

Dopo l’alluvione dello scorso maggio 2023, con la conseguente esondazione del fiume Savio il 18 maggio, la salina ha subito danni ingenti. I grandi cumuli di sale, circa 140 mila quintali, si sono sciolti in pochi giorni, mentre i bacini salanti che si stavano preparando per la raccolta di agosto, sono stati completamente sommersi dall’acqua dolce, rendendo la salina irriconoscibile, molto simile ad un enorme lago. I macchinari sotto un metro e mezzo di acqua salmastra e fango si sono completamente rovinati e si sono stimati complessivamente danni per 5 milioni di euro, compreso il mancato guadagno dalla vendita del sale e degli introiti delle visite turistiche. Il danno è anche ambientale, perché la salina è un habitat naturale per molte specie e anche un luogo di ripopolamento, infatti in quel periodo i fenicotteri e gli altri uccelli avevano deposto le uova o erano già nati i primi pulcini.

Le saline hanno però “salvato” Cervia e la zona costiera durante l’alluvione, assumendo la funzione di cassa d’espansione e permettendo ad una grande quantità d’acqua di non riversarsi sulla città: hanno protetto Cervia e i suoi cittadini, come in un abbraccio materno.

Come ogni anno, anche dopo l’alluvione, si è tenuta la Rimessa del sale, con l’evento Sapore di sale: una festa in cui, da antica tradizione, i salinari festeggiano la fine della stagione del lavoro a settembre. Quella del 2023, sarà ricordata come l’edizione della solidarietà, per sostenere la rinascita dopo il disastro.

Greta Barbato, Angelica Battistini, Sophie Iris Calderoni, Anita Gianfanti, Lavinia Merola, Francesca Ottardi e Federica Rizzo

Classe 2^ A

Scuola media ‘Cervia 3’

Prof. Loredana Savoia