"Ma il teatro non è un bene superfluo"

[Segue dalla prima]

L’ultimo decreto del Governo ha invece riconosciuto "l’inutilità" dei nostri sforzi, ci ha messo in difficoltà non solo economica ma soprattutto ci ha fatto risuonare una vecchia domanda: che senso ha la cultura, che senso hanno le arti, che senso ha il teatro in questa nostra società Il teatro è così inutile da poterlo sospendere, sopprimere senza che il peso di queste decisioni ricada sull’intera comunità? Credo che da troppo tempo, molte donne e molti uomini del teatro – non tutti – hanno cessato di interrogarsi su questi quesiti, si sono rifugiati nell’illusione di essere una categoria speciale – gli artisti – e hanno perso il contatto con la realtà e con la comunità. Hanno in tanti modi, dimenticando etica e politica, cavalcato il pensiero dominante cercandosi un piccolo posto in una società che è denaro e consumo, effimero e apparenza, culto del successo. L’essenziale è stato dimenticato e oggi pare ipocrita che in molti si stupiscano non solo della considerazione che ha la politica del nostro esistere ma anche del distacco che abbiamo dalla gente che in maggioranza non si indigna se un teatro, un cinema, un centro culturale chiudono. Non siamo riusciti, come categoria di lavoratori – registi, attori, tecnici e maestranze, direttori artistici – a stabilire un vero rapporto con gli "altri da noi" e oggi ne vediamo, amplificati dall’emergenza, i risultati. Non siamo riusciti a costruire, o abbiamo perso nel tempo dei traguardi che erano stati raggiunti, un rapporto di reciproco riconoscimento da parte di un altro settore debole ma fondamentale, quello della scuola e dell’educazione, che rafforzasse con legami stretti il valore della cultura e dell’arte, della conoscenza. Ora i decreti ci impongono uno stop ingiustificato – i teatri sono luoghi sicuri e i numeri lo dimostrano – e come sempre andiamo avanti a progettare, cercare soluzioni per resistere alla tempesta. Quando tutto sarà finito non fermiamoci però a ricominciare tutto come prima: abbiamo il dovere, e noi del Teatro Due Mondi ce lo diciamo tutti i giorni, di provare a rifondare il senso al nostro esistere, trovare strade e strategie che rendano il Teatro un bene comune irrinunciabile da tutti.

Alberto Grilli,

Teatro Due Mondi