Quaranta milioni per il Fosso Vecchio "Ma gli scarichi restano un problema"

Il direttore Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini, plaude all’intervento di messa in sicurezza. Ma torna a denunciare "gli ingenti costi per far fronte all’inquinamento industriale"

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"L’intervento da 40 milioni di euro per la messa in sicurezza del Fosso Vecchio? È un passo avanti, un successo dall’azione di denuncia che abbiamo fatto ma il problema ambientale rimarrà e sarà più evidente nel Destra Reno. C’è una concentrazione di scarichi industriali che arriva da Faenza, passa lungo le campagne di Ravenna e scarica nel mare di Casal Borsetti. È un disastro ecologico che non sarà risolto dalla nuova opera infrastrutturale". Questo il monito di Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna in riferimento all’importante intervento da 40 milioni di euro per la messa in sicurezza e l’incremento della resilienza idrico-idraulica dei territori ’toccati’ dal canale ’Fosso Vecchio.

L’intervento di messa in sicurezza in questione, presentato nei giorni scorsi, sarà finanziato dal Pnrr e prevede la costruzione di una cassa di espansione con funzione di laminazione delle piene, l’efficientamento della pratica irrigua da canali a rete rubata in pressione e un invaso permanente per lo stoccaggio delle acque irrigue. La cassa di espansione è un intervento di priorità regionale e verrà realizzato in un’area già individuata per risolvere problematiche di rotture di argini e allagamenti che si sono verificati nel canale proveniente da Faenza già dal 1996. Per quanto concerne la rete rubata anziché i canali a terra a uso promiscuo l’intervento aumenterà la sicurezza idraulica delle aree a rischio. Inoltre seguirà un azzeramento delle perdite nella distribuzione e consentirà di avere un controllo totale sulla provenienza dell’acqua. Solo per il distretto Boncellino sono 254 le aziende agricole interessate su 1.200 ettari mentre per il distretto Villa Prati 441 aziende agricole su 2.900 ettari.

Tornando al problema degli scarichi industriali, la questione è annosa ed è stata lungamente dibattuta soprattutto negli ultimi anni, da quando in particolare alcune aziende agricole di Bagnacavallo, Villanova, Alfonsine e territori limitrofi denunciarono un sospetto caso di inquinamento delle acque del ‘Fosso Vecchio’. Nel 2019 un centinaio di ettari di raccolto andarono persi e l’anno successivo fece preoccupare la formazione di schiuma di colore bianco nel canale. Ai fenomeni seguirono i rilievi delle agenzie deputate al monitoraggio ambientale. "La concentrazione industriale di Faenza deve dotarsi di un depuratore, si ragiona per singoli scarichi ma non per la somma – evidenzia Zampini –. La questione è esplosa quest’anno, acutizzata dalla siccità. Abbiamo evidenziato il problema con l’amministrazione di Bagnacavallo, che non è il solo territorio coinvolto. Poi abbiamo sollecitato e ottenuto il coinvolgimento degli assessorati regionali (agricoltura e ambiente, ndr) e abbiamo anche incontrato una ventina di aziende di Faenza per parlare di questa problematica. Ora è stata finanziata un’opera infrastrutturale e sono iniziati i lavori che di fatto staccheranno gli agricoltori di questa zona dal Fosso Vecchio per la parte di irrigazione. L’investimento va benissimo ed è un primo risultato, ma non è la soluzione definitiva del problema ambientale".

Della questione già nel 2019 furono informati oltre alle istituzioni anche "Arpae, i carabinieri forestali e il consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale – racconta l’imprenditore agricolo Daniele Marangoni –. Io ho perso circa 10mila euro di raccolto quell’anno. Ora viene effettuata un’operazione di lavaggio della Cantrighella, una volta alla settimana il venerdì sera, ma prima del 6 agosto scorso per un mese non è stato effettuato il lavaggio a causa della siccità. Questa operazione è a carico degli agricoltori". I costi, secondo le stime di Coldiretti, sono stati alti: "Dal 2020 al 2022 abbiamo stimato una cifra tra i 2 e i 3 milioni di euro. E uno spreco di acqua di oltre 10 milioni di metri cubi. Serve e basta per dissetare tutta la città di Ravenna. In altre parole in alcuni anni abbiamo buttato via una risorsa idrica pari alla diga di Ridracoli. Adesso realizzeranno le opere che sono state illustrate, per sganciare le imprese agricole dal prelievo del Fosso Vecchio. Ciò che è stato presentato sarà un ammodernamento della rete irrigua e si avrà un economia di scala, ma per gli agricoltori del Destra Reno e a Casal Borsetti rimarranno le problematiche. Non possiamo tollerare che ci sia un problema di questo tipo. Ci preoccupa anche l’eventuale percolazione nelle falde".

Damiano Ventura