Recuperata una tartaruga di 64 chili

Fra Cervia e Cesenatico, ora fa compagnia ad altri 19 esemplari recentemente presi in cura da Cestha

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Sono ben 20 le tartarughe attualmente ricoverate presso il Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat (Cestha) di Marina di Ravenna. Le particolarità sono: la taglia, particolarmente grande, e il fatto che siano quasi tutti esemplari maschi.

L’ultimo arrivato pesa ben 64 chili ed è stato pescato al largo tra Cervia e Cesenatico con la rete a strascico. "Aveva un principio di annegamento – spiega il biologo Simone D’Acunto – e teniamo monitorati i polmoni per evitare che si sviluppino infezioni. Speriamo che possa guarire in tempo per la fase dell’accoppiamento e poi della riproduzione". Il Cestha ha coinvolto nuovi pescatori nel progetto di tutela delle tartarughe e di altre specie a rischio estinzione. Sono stati aggiornati i protocolli per il pronto soccorso alle tartarughe pescate e questo ha certamente influito sull’aumento delle presenze nel centro.

"Gli esemplari più numerosi sono arrivati da dicembre in poi. Hanno un peso medio sui 50 chili e quando sono arrivati erano in condizioni precarie per via dei traumi subiti durante la pesca Sono quasi tutti maschi, due sole le femmine. E’ un fenomeno da studiare perché i maschi sono più rari in questa specie che non le femmine, tanti che negli spiaggiamenti prevalgono di gran lunga queste ultime" aggiunge D’Acunto. Dai giganti ai pulcini. Nel centro ci sono due piccole tartarughe che pesano 1 chilo, raccolte a Marina Romea. Tra qualche settimana riprenderà anche il progetto legato alla schiusa delle uova di seppia, esteso da quest’anno anche al Veneto. Due i metodi utilizzati: la raccolta delle uova dalle reti dei pescatori, la schiusa nelle vasche del centro e il rilancio in mare, oppure l’utilizzo di alghe artificiali dove le seppie depositano le uova.