Torri Hamon, iniziata la demolizione. "Fermatevi"

Presidio in piazza del Popolo contro l’abbattimento di un simbolo dell’archeologia industriale. Italia Nostra: “Succede proprio nel 60esimo del film di Antonioni ‘Il deserto rosso’”

Ravenna, 2 aprile 2024 – E’ iniziata la demolizione delle torri Hamon, simbolo dell’archeologia industriale di Ravenna. A nulla è valso l’ultimo appello per salvare il condannato: ieri mattina, sotto un cielo grigio, in un angolo di piazza del Popolo c’è stato il presidio, organizzato da Italia Nostra, Fai Ravenna, Aba Ravenna, Dis-Ordine e Aipai Ravenna, per cercare disperatamente di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica ed evitare l’abbattimento delle Torri Hamon, iniziato questa mattina.

Il presidio contro la demolizione

Uno striscione e molte parole spese per ricordare l’importanza di una pagina dell’archeologia industriale di Ravenna nell’area ex Sarom destinato alla demolizione per far spazio ad un parco fotovoltaico.

"Fanno parte della storia di questa città, abbatterle è un errore", dice al megafono Fabio Tramonti dell’associazione DisOrdine. "Bisogna indignarsi, perché i cittadini non sono stati coinvolti in questa decisione – sottolinea Ivano Mazzani –, stiamo parlando di un patrimonio dell’archeologia industriale. Non bisogna distruggerle, perché così si farebbe a pezzi la memoria. Eni dovrebbe investire nei patrimoni simbolici della città. Il Comune deve fare da tramite a questa discussione, non comportarsi come Ponzio Pilato".

Ultimi appelli contro la demolizione delle torri Hamon
Ultimi appelli contro la demolizione delle torri Hamon

Molte le associazioni presenti ieri mattina, tanti gli architetti. Ma tutto potrebbe essere inutile. Per stamattina infatti è prevista la ripresa dei lavori di demolizione, avviati venerdì scorso. Dall’annuncio del sindaco, con cui Eni dichiarava l’intenzione di demolirle, all’arrivo delle gru con le speciali pinze per demolire i manufatti sono passate solo poche ore.

Nonostante il poco tempo a disposizione alcune associazioni si sono mobilitate, Italia Nostra ha notificato all’Autorità portuale, al Ministero della Cultura, alla Soprintendenza, al sindaco e alla Procura due documenti urgenti, una molteplice istanza di verifica "sul progetto di demolizione, sulla sussistenza dell’interesse culturale delle due Torri ovvero sulla sussistenza del vincolo ope legis su immobili in fase di acquisizione al patrimonio pubblico assoggettati al rischio di abbattimento".

Domenica è prevista una manifestazione alle 18 in testata Candiano sempre che non sia troppo tardi. Le torri hanno le ore contate, lo sanno anche i cittadini che in questi ulti mi giorni si sono recati nei pressi dell’area ex Sarom per scattare foto.

I 60 anni del film 'Il Deserto rosso'

In una nota dai toni molto accesi, l'associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale si scaglia contro quello che definisce un "blitz pasquale che ha cancellato qualsiasi traccia di partecipazione democratica e di informativa alla cittadinanza". Oltretutto, sostiene Italia Nostra, "proprio quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario dell’uscita del film 'Il Deserto Rosso' (di Michelangelo Antonioni, ndr): uno dei non molti film girati a Ravenna, premiato con il Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia che ritrae, nelle scene più memorabili, torri di raffreddamento del ravennate". L'associazione promette battaglia: "Al momento le iniziative non si fermano - conclude il comunicato - per chiedere sia le verifiche dell’autorizzazione paesaggistica e dell’interesse culturale, sia che almeno una delle due torri venga preservata dall’ondata di barbarie".