Acqua, portarla alle case sparse costa troppo. Le proposte

Nel forese l’allacciamento alla rete può costare 60mila euro ad abitazione, in Comune si cerca una soluzione

Obiettivo una mozione bypartisan che affronti la problematica degli allacci

Obiettivo una mozione bypartisan che affronti la problematica degli allacci

Ravenna, 12 marzo 2024 – Portare la rete acquedottistica alle tante case sparse del forese ravennate che ancora ne sono prive può costare fino a 60mila euro ad abitazione (600mila euro in totale per 3 km di tubazione a favore di 10 abitazioni a San Pietro in Vincoli).

I conti li ha presentati ieri pomeriggio Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, al Consiglio comunale che ha riunito la commissione Decentramento e lavori pubblici presieduta dal consigliere Igor Bombardi.

Cifre che i consiglieri reputano insostenibili: e se Veronica Verlicchi, della Pigna, ha proposto un contributo massimo di 5mila euro ad abitazione, Alvaro Ancisi ha chiesto che "il Comune metta mano al portafoglio spendendo una parte di quel che ha ricevuto come introiti economici derivanti dalla cementificazione selvaggia del territorio".

Adesso l’obiettivo, come ha ricordato Bombardi, è quello di arrivare ad una mozione condivisa tra maggioranza e opposizione che affronti la problematica degli allacci senza gravare i cittadini in maniera eccessiva; in pratica l’obiettivo è far pagare la gran parte dei costi ad Atersir che deve tener conto delle specificità del territorio ravennate. "In passato – ha ricordato Federica Del Conte, assessore ai lavori pubblici, si è proceduto addossando il 50% dei costi ai privati e il 50% ad Atersir con spese complessive che non hanno mai superato i 15mila euro ad allaccio". Ora le cifre in gioco sono molto diverse.

“Quello delle case sparse è un fenomeno più diffuso nel forese Sud che in quello Nord – spiega Palmiro Fontana, consigliere del consiglio territoriale di San Petro in Vincoli e un passato da presidente dello stesso - ma che complessivamente riguarda circa 200 nuclei famigliari. Peraltro la superficie della nostra area è molto vasta e arriva a 85 kmq con oltre 11.000 residenti".

Il tema, come si accennava, è quello del numero consistente di abitazioni all’interno dell’area di San Pietro in Vincoli e in altre aree del forese di Ravenna che non ha allaccio alla rete idrica pubblica.

I residenti possono rifornirsi unicamente di acqua dai pozzi privati e dalle fontane pubbliche con indiscutibili disagi.

Nel 2023 è stato approvato da parte di Atersir un nuovo regolamento, che sostituisce quello del 1993, per estendere la rete dell’acquedotto nelle case sparse. Questo prevede la contribuzione da parte dei privati pari ad almeno il 50% dell’importo necessario per la realizzazione dell’estensione della rete.

Un esborso non proprio contenuto se si pensa che in alcuni casi la rete aggiuntiva può superare il chilometro. Perciò i consiglieri chiedono al sindaco e alla giunta di farsi promotori nei confronti di ATERSIR di una proposta di modifica dell’attuale regolamento regionale che verta sui seguenti aspetti: stimare un valore massimo di spesa per abitazione svincolato dal costo totale dell’opera e non ripartito quindi al 50% del totale come attualmente formulato; prevedere, in caso taluni interessati non compartecipino alle spese di realizzazione della infrastruttura acquedottistica, quantomeno la partecipazione alle spese comuni di gestione nel caso di allacci successivi alla rete idrica di nuova posa; individuare criteri idonei al fine di non rendere possibili atti di speculazione nella eventuale compravendita delle case sparse.