SARA SERVADEI
Economia

Grano costo, "Panificatori: il settore seriamente a rischio"

Ceccolini: "Al momento si sta usufruendo delle scorte di grano, ma finiranno". De Lorenzi, Conad: "Stiamo subendo molti rincari"

Giancarlo Ceccolini

Giancarlo Ceccolini

Ravenna, 12 marzo 2022 - Pane, pasta, pizza e tutti i derivati: la farina, alla base di gran parte della nostra cucina, è diventato un bene raro e costoso. I contraccolpi del conflitto tra Russia e Ucraina rischiano di colpire, ancora prima che le nostre tavole, le imprese del settore, che ora temono un futuro il cui orizzonte appare incerto col rischio di licenziamenti. Nei giorni scorsi Giancarlo Ceccolini, presidente del sindacato panificatori artigiani Confcommercio Ravenna, nonché fondatore di CeccoliniBio, ha inviato al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti una lettera accorata, sottoscritta da imprenditori e organizzazioni sindacali: "L’attuale gravissima crisi conseguente al conflitto russo-ucraino sta mettendo seriamente a rischio il settore sia per gli incrementi dei costi dell’energia che per la contrazione di oltre il 30% delle disponibilità mondiali di grano". Le importazioni, infatti, "coprono oltre il 60% del fabbisogno nazionale, poiché l’Italia non è in grado di produrne più del 40% – si legge ancora nella lettera –. Il blocco delle importazioni da Russia, Ucraina e Kazakistan, le recenti decisioni di alcuni governi produttori di grano quali Ungheria e Lituania di bloccare tutte le esportazioni di cereali per garantire il fabbisogno nazionale, hanno drasticamente ridotto le quote disponibili sia di mais che di grano".

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Al momento le aziende stanno usufruendo delle scorte: "Ma a breve si esauriranno – aggiunge Ceccolini – e siamo nelle mani della fortuna e delle speculazioni mondiali. La preoccupazione è anche per gli occupati del settore". Del resto, dice ancora Ceccolini, "non è una situazione facile da gestire per chi fa questo mestiere da tanti anni, forse una congiuntura così sfavorevole non c’è mai stata: per due anni abbiamo dovuto combattere con le restrizioni dell’emergenza epidemiologica e ora con la terribile guerra in Ucraina, che ha fatto ulteriormente lievitare i prezzi delle materie prime, anche se a dire il vero l’aumento dei prezzi delle materie prime è già in atto da qualche mese". Di fronte a questo orizzonte le attività stanno alzando i prezzi per i consumatori: "Stiamo subendo molti rincari – dice Paolo De Lorenzi, titolare dei Conad Galilei e la Fontana – e non vediamo neanche un futuro più tranquillo, speriamo che ci sia la materia prima. Ce lo auguriamo perché il problema qui diventa internazionale. Stiamo facendo l’impossibile per contenere i prezzi al consumatore, comprimendo tutto ciò che è possibile: ci rendiamo conto che la situazione sta diventando pesante per le famiglie. Parlo con i miei dipendenti che hanno ricevuto bollette del gas astronomiche e le stanno pagando a rate perché altrimenti non riescono. La situazione è seria e molto preoccupante". Ciò che preoccupa maggiormente De Lorenzi è la prospettiva futura: "Il problema ora non sono le scorte, ma il fatto che non si vede una conclusione di questa situazione a breve".