Guerra Ucraina, olio di semi razionato a Ferrara

I supermercati fissano la vendita a un massimo di due bottiglie a testa. I titolari: "Temiamo che si debba fare lo stesso per il pane"

I cartelli

I cartelli

Ferrara, 11 marzo 2022 - I riverberi della guerra in Ucraina si misurano anche dagli scaffali vuoti nei supermercati. Ma non è tutto. Alcuni market, in città, hanno deciso di contingentare la vendita di determinati prodotti. Nella fattispecie, la ’restrizione’ nei punti vendita, riguarda in particolare gli oli di semi.

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Nelle corsie dei market, dunque, i clienti si trovano davanti a un cartello piuttosto eloquente: "A fronte della situazione attuale – si legge nei fogli stampati affissi sugli scaffali degli oli – al fine di evitare accaparramenti e quindi consentire a tutti l’acquisto, si comunica che è consentito l’acq uisto di un massimo di due bottiglie d’olio di semi".

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IperTosano. "Siamo stati costretti a fare questa scelta – spiegano dal punto vendita di via Diamantina – perché ci troviamo in una oggettiva difficoltà di reperimento dei prodotti. Ponendo un limite d’acquisto ad un massimo di due bottiglie, speriamo di riuscire ad accontentare la stragrande maggioranza della nostra clientela". Ma chiaramente, non mancano già le prime avvisaglie di fastidi da parte dell’utenza. "Stiamo registrando un po’ di malcontento – concludono – ma è tutto abbastanza comprensibile". Situazione analoga anche nel punto vendita Famila (all’incrocio tra via Wagner e via Bologna) e all’ Md discount. Al negozio di via Eva e Adamo, però, registrano un atteggiamento della clientela un po’ diverso da quello di IperTosano. "Le persone hanno accettato di poter acquistare solamente due bottiglie d’olio di semi – rilevano – . I più si rendono conto che non si tratta di una scelta che il supermercato impone loro, bensì di una conseguenza degli episodi bellici che si stanno verificando tra Ucraina e Russia". Nei punti vendita della Coop e nei Despar , ancora, non si registrano limitazioni agli acquisti. "Ma, probabilmente, presto toccherà anche a noi stabilire un massimale per le vendite di alcuni prodotti".

A dirlo è Matteo Musacci, titolare del Despar di via Porta Reno. "Temo che la stangata vera debba ancora arrivare – così l’imprenditore – . E, soprattutto, la mia preoccupazione riguarda il possibile contingentamento di prima necessità come il pane. Anche quello, potrebbe subire razionamenti, quantomeno quello prodotto con farine non italiane". Chiaramente, il possibile razionamento del pane sarebbe una conseguenza del limite alla commercializzazione della farina. Bene primario che, ultimamente, sta registrando un aumento del prezzo vertiginoso. "Sulla semola – prosegue Musacci, che peraltro è titolare anche de La bottega del Pane – abbiamo registrato un aumento di prezzo superiore al 300%. Mentre sulla farina ’normale’ c’è stata un’impennata di almeno 50 punti percentuali".

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