Bologna, la Champions balla sulle punte . Thiago deve ritrovare i gol dei suoi bomber

Nelle ultime sei gare appena 2 reti dagli attaccanti ’puri’: uno di Orso e uno di Joshua su rigore. Sperando nell’esplosione di Castro

Ultime curve, ultimi gol pesanti. Da chiedere a chi? Innanzitutto a quelli deputati a fare gol, vale a dire gli attaccanti. Ora, nel calcio fluido di Motta che abbatte anche le differenze di genere (cioè i ruoli fissi) attaccante lo è chi occupa lo spazio dell’attacco, a prescindere dal nome, dal pedigree e dal numero di maglia. Esempi lampanti: Ferguson e Fabbian, rispettivamente autori di 6 e 5 reti, sono centrocampisti che nelle rotazioni mottiane spesso e volentieri vanno in gol perché occupano, con profitto, la mattonella del finalizzatore.

Ma gli attaccanti di ruolo? Tutte le strade portano a Orsolini e Zirkzee, gli uomini dai gol pesanti (10 a testa fin qui) a cui Motta adesso chiederà l’ultimo sforzo sottoporta nelle sette decisive partite, a cominciare da quella di sabato col Monza, che possono blindare il posto in Champions. C’è un dato, da questo punto di vista, che può indurre qualche riflessione. Nelle ultime sei partite i gol degli attaccanti ‘puri’ sono stati solo due: quelli segnati da Zirkzee, su rigore, all’Atalanta, e da Orsolini alla Salernitana. Di fatto, quindi, dalle punte di ruolo negli ultimi 360 minuti di campionato (con Verona, Atalanta, Inter, Empoli, Salernitana e Frosinone) Motta ha spremuto un solo gol su azione, ancorché di pregevole fattura come quello realizzato da Orsolini alla Salernitana, rientrando dalla corsia destra sul piede forte e infilando Costil sul palo lontano con un sinistro a giro alla Del Piero. Orso a Frosinone si è acceso nel primo tempo, ma sparando a salve. Nella ripresa il suo solo lampo è stato il pallone al bacio servito a Aebischer, che poi si è fatto negare il gol da una paratona di Turati. Ma il buco nero dell’attacco a Frosinone domenica è stato Zirkzee.

Difficile abituarsi a uno Zirkzee fuori dalle trame di gioco, isolato in attacco, poco partecipe della fase difensiva e ciondolante senza costrutto: ma è esattamente la fotografia dello Zirkzee visto allo Stirpe. Vero è che nella prima ora di partita, col comando delle operazioni sempre nei piedi degli uomini di Di Francesco e un Bologna schiacciato a protezione della propria area, farsi valere sarebbe stato complicato per qualsiasi attaccante. Resta il dato di uno Zirkzee apparso poco in palla, come peraltro era lecito attendersi alla sua prima partita da titolare dopo il recupero lampo dall’infortunio muscolare. Poiché nel frattempo anche Odgaard ha pagato dazio a un guaio muscolare (ieri il danese si è allenato a parte) ed è previsto che possa rientrare in gruppo solo all’inizio della settimana lunga che porterà al Roma-Bologna del 22 aprile, va da sé che nelle gerarchie dell’attacco c’è un calciatore che adesso può giocarsi le sue carte: l’ultimo arrivato Castro. L’argentino a Frosinone nel finale di partita è entrato bene, facendo il movimento giusto davanti alla porta, ma sbagliando la misura della conclusione. Il suo ambientamento a Casteldebole procede spedito, la ‘mottizzazione’ anche. Manca solo l’acuto del primo gol. Tanto più prezioso ora che i gol delle punte servono come il pane.