’Aemilia’, corte in Camera di Consiglio: attesa per 87 imputati

La decisione potrebbe arrivare tra il tardo pomeriggio di oggi o domani mattina. L’Appello dell’Abbreviato di ’Grimilde’: epilogo il 9 giugno

Un’immagine della Corte di Cassazione

Un’immagine della Corte di Cassazione

Reggio Emilia, 6 maggio 2022 - Altre quindici arringhe da parte degli avvocati, partendo da questa mattina, poi la corte si ritirerà in Camera di Consiglio per deliberare. E’ così giunto all’epilogo anche il terzo atto del processo ’Aemilia’, quello della Cassazione. Dopo sette lunghi anni da quel 28 gennaio 2015 quando le forze dell’ordine misero a soqquadro Brescello e non solo, aprendo uno squarcio indelebile sul mondo dell’ndrangheta nella provincia di Reggio, in particolare, e nel nord Italia, più in generale, siamo arrivati all’atto finale di un lungo percorso processuale. La sentenza, è prevista nel tardo pomeriggio di quest’oggi, o, al più tardi, per domani in mattinata.

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Il rito in Cassazione era iniziato il 21 di aprile a cui avevano adito 87 imputati, 31 dei quali accusati di associazione mafiosa. Tra questi spiccano i nomi di Michele Bolognino, i fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, Gaetano Blasco, e tra gli emiliani, i reggiani Mirco Salsi, Silvano Vecchi e Omar Costi, oltre al costruttore modenese Augusto Bianchini.

Il sostituto procratore generale Luigi Birritteri aveva, nella sua requisitoria ’iniziale’, chiesto la dichiarazione di inammissibilità per la stragrande maggioranza dei ricorsi presentati: 63. Mentre per altri 13 è stata avanzata una domanda di rigetto. Rimangono altre 11 posizioni per cui sono state chieste, sostanzialmente, modeste variazioni di pena. Vedremo, nelle prossime ore, cosa deciderà la Corte.

Intanto ieri, nella splendida aula Bachelet, presso il Tribunale di Bologna, è proseguito l’Appello per il rito abbreviato di Grimilde. In camera di Consiglio, dopo le requisitorie della Procura Generale, rappresentata nelle persone della dottoressa Lucia Musti e della collega Beatrice Ronchi, ha preso la parola l’avvocato Fabrizio Sessa per discutere della posizione del suo assistito, Giuseppe Strangio, 52 anni, nativo di Rocca di Neto in provincia di Crotone, e condannato in Abbreviato a undici anni di reclusione. Era imputato per associazione di stampo mafioso ed estorsione. Il legale ha ribadito, anche in questo Secondo grado di giudizio, l’insussistenza delle condizioni a sostegno della sentenza di Primo grado. Oltre a Strangio, ieri, in un’udienza durata quasi sette ore, sono state discusse le posizioni dei fratelli Caruso. Giuseppe, ex Presidente del Consiglio Comunale di Piacenza, condannato a vent’anni e Albino (12 anni e 10 mesi). Le udienze proseguiranno anche la prossima settimana e la sentenza dovrebbe arrivare intorno al 9 di giugno.