"Bene le norme, ma serve il sostegno della comunità"

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Ordinanze sì, ma saranno efficaci? Forse da sole non bastano: l’intera comunità deve essere infatti coinvolta nel mettere al bando determinati comportamenti. Questo il pensiero di Loris Vezzali, professore di psicologia sociale all’Università di Reggio e Modena: "Come misura in sé, l’ordinanza è uno strumento poco utile perché sappiamo che in molte città vengono portate avanti solo azioni repressive, la cosa più semplice da fare, e viene così risolta la questione. Ma nel caso di Reggio, credo che queste quattro ordinanze possano essere davvero fondamentali. Facendo parte del tavolo della Prefettura, la situazione nel comune reggiano è più concertata, l’azione di controllo non è finalizzata a sé stessa perché si inserisce in un contesto più ampio".

Si parla ovviamente di eventi e iniziative pensate in particolare per i giovani, con l’obiettivo di vivere i quartieri e gli spazi pubblici in modo alternativo: "Il modo di Reggio di costruire la risposta è efficace e veicola un messaggio importante. Se continuano ad esistere solo la repressione, il controllo e il ‘dover fare pulizia’, allora non si dà realmente la possibilità di uscire dal degrado – continua Vezzali – Pochi giorni fa abbiamo avuto proprio un Incontro di monitoraggio e abbiamo riscontrato molteplici risultati positivi, perché l’Amministrazione sta mettendo in campo diverse attività di supporto a questi quartieri". C’è speranza dunque: "Le ordinanze frenano il problema mentre le restanti iniziative danno un’alternativa, di come stare al parco o per strada. Funzionerà per tutti? Dipende dagli individui stessi. Se vige il divieto di bere, viene sicuramente messo un paletto ma si crea anche una norma sociale più stabile: tutti inizieranno a svalutare ancor di più quell’atteggiamento. Si tratta di prevenzione".

m.m