Brigate Rosse, 50 anni fa la nascita a Costaferrata. "Sembravano bravi ragazzi"

I ricordi dei ristoratori che ospitarono i fondatori della banda. "Alloggiavano da noi. Delle loro idee violente abbiamo saputo dopo"

Anna Valcavi, 80 anni, gestisce il ristorante ‘Da Gianni’

Anna Valcavi, 80 anni, gestisce il ristorante ‘Da Gianni’

Reggio Emilia, 17 agosto 2020 - "Erano venuti qui per un congresso studentesco: così avevano detto... Sembravano bravi ragazzi, con una certa cultura. Venivano da diverse città italiane e sono rimasti qui una settimana. Qualcuno ha alloggiato da noi, altri li avevo mandati, pensi un po’, dal parroco. Ma noi dei loro propositi violenti non sapevamo nulla: lo abbiamo scoperto soltanto tempo dopo".  Anna Valcavi, 80 anni, gestisce a Costaferrata di Casina il ristorante ‘Da Gianni’: nel suo locale, insieme al marito scomparso da qualche anno, nella settimana del 17 agosto 1970 accolse e sfamò gli appetiti robusti dei ragazzi che diederò vita alle Brigate rosse. Prediligevano i sapori forti della tradizione: "Mangiavano tortelli, lasagne e coniglio. Il tutto innaffiato dal Lambrusco". Un vino rosso come i loro ideali e come il sangue delle vittime che fecero negli anni successivi.  "Siamo parenti di Tonino Paroli: crediamo sia stata sua l’idea di portare qui i ragazzi. Noi non sospettavamo nulla di cosa stessero progettando: con noi si sono sempre comportati bene. Poi la gente diceva che si ammucchiavano nei campi e parlavano tra loro... Qualche tempo dopo vennero da noi gli agenti della questura e ci chiesero il libro degli alloggiati. Allora capimmo che c’era qualcosa di strano. E ricordo che mio marito mi raccontò che Mara Cagol si offrì di compilarlo per aiutarlo. Fu così che sul registro comparvero forse nomi falsi". Il simbolo delle Br nacque qui: "Su un tavolo con le assi in legno, che aveva costruito mio marito, quei giorni trovammo incisa una stella a cinque punte e alcune frasi. Quel mobile, però, putroppo non lo abbiamo conservato: sarebbe stata un’interessante testimonianza storica".   Da allora il ristorante attira anche turisti che hanno un interesse storico: "Tutti sanno – rimarca la titolare – che noi non c’entriamo nulla con le Br e che siamo fuori da tutto quello che fecero. Ma tanti vengono a pranzare da noi anche solo per vedere dove sono nate le Br: di recente, ad esempio, sono venuti insegnanti di Siena". A trovare Anna sono passati anche i terroristi rossi degli anni Settanta: Come lo scomparso Prospero Gallinari: "’Se ci avessero lasciato liberare Aldo Moro, lo avremmo fatto’, mi disse". E poi Renato Curcio: "Si è fermato qui prima di presentare un libro".  Nel 2016 ci fu una rimpatriata storica degli ex Br: c’erano i reggiani Roberto Ognibene, Tonino Paroli e Lauro Azzolini. E poi Raffaele Fiore, Nadia Mantovani, che ebbe una relazione con Curcio, Antonio Savino, Giuseppe Battaglia, Piero Bertolazzi e Bianca Amelia Sivieri. Ma non c’erano solo loro: erano in tutto una cinquantina, i partecipanti, tra cui anche giovani che lavorano per la cooperativa bolognese ‘Verso casa’, gestita da Mantovani, che si occupa di reinserimento di detenuti. Alcuni di questi, come racconta l’avvocato Vainer Burani, che aveva partecipato alla cena, alla fine avevano fatto il saluto con il pugno e cantato ‘L’Internazionale’.Il tutto innaffiato dal Lambrusco. Rosso che più rosso non si può.