"Di notte in casa al buio e al freddo. Un elicottero cercava gli sciacalli"

Carlo Benassi si commuove. Il sindaco Fiumicino: "Danni per 17-18 milioni"

"Di notte in casa al buio e al freddo. Un elicottero cercava gli sciacalli"

"Di notte in casa al buio e al freddo. Un elicottero cercava gli sciacalli"

Il sindaco di Brescello Carlo Fiumicino ha illustrato in tribunale un bilancio pesante: "I danni ammontano a 17-18 milioni: di questi, 11 riguardano cittadini e aziende; il resto sono spese sostenute dal Comune per interventi urgenti, specie per le strade, ovvero 6-7 milioni di cui 3,2 già pagati da Regione e Protezione civile regionale e nazionale". In più il Comune "ha stanziato 3,5 milioni su strade e illuminazione pubblica". Al danno patrimoniale si affianca quello "d’immagine", definito "inquantificabile": "La comunità è stata colpita al cuore, negli affetti e nei ricordi, nella serenità e nella tranquillità della propria vita". Carlo Benassi è scoppiato in lacrime: "Passò un mezzo della Protezione civile: chiedemmo sacchetti di sabbia, ci dissero di chiamare in municipio ma non ci fu risposta. L’acqua intanto arrivava con forza immane. Decidemmo di non lasciare la casa perché avevamo viveri. Rimanemmo al freddo, al buio, a lume di candela. Passò alla sera l’elicottero che illuminava le case per vedere se c’era qualcuno dentro o evitare sciacallaggi: una scena da film. La corrente fu così forte da rompere un muro di recinzione".

La moglie Raffaella Ferraroni, allora medico di base con 1.600 pazienti, rimase a piedi: "L’Ausl mandò un sostituto a Brescello, io noleggiai un’auto e poi ne comprai una nuova. Aprii un’ambulatorio al centro sociale per dare assistenza agli anziani".

Da Cinzia Ferrari "l’acqua arrivò dopo, ma rimase quattro giorni": "Non abbiamo avuto risarcimenti a causa di una piccola anomalia nel sottotetto". A casa dei suoceri di Silvio Savi l’acqua raggiunse 1,30 metri; oggi lui pone un quesito collettivo: "Perché non fummo avvertiti da nessuno? Non abbiamo capito perché non furono avviate procedure di controllo dell’argine, anche solo per salvare le nostre cose". La casa di Franco Sirocchi era a 200 metri dal punto di rottura: lui, artigiano, ha avuto danni per 70mila euro rimborsati, ma dovette pagare quelli alle pertinenze accendendo un finanziamento e disinvestendo parte dei risparmi: "Per tre anni - racconta - non sono più riuscito a salire su quell’argine". al.cod.