Disabilità, nel registro del Comune accolti già nove progetti di vita

Disabilità, nel registro del Comune accolti già nove progetti di vita

Disabilità, nel registro del Comune accolti già nove progetti di vita

Dai cibi preferiti, agli indumenti più comodi da indossare, passando per i posti più graditi dove andare in vacanza e il tipo di musica più ascoltato. Sono i desiderata che nove persone disabili di Reggio Emilia (e altre cinque lo stanno facendo) hanno già messo nero su bianco in un documento formale, di cui si dovrà tenere conto quando chi li assiste non ci sarà più. Gli atti sono infatti stati protocollati nel ‘Registro dei progetti esistenziali di vita’, l’archivio varato in via sperimentale nel 2021 dal Comune e istituito allo Stato Civile presso l’Anagrafe. I documenti, in assenza di una normativa nazionale, non hanno valore legale ma fissano aspetti vincolanti per il futuro di coloro che li hanno presentati. Il progetto è stato lanciato dall’amministrazione reggiana l’anno scorso – insieme ad Ausl, Fcr e la Fondazione “Durante e dopo di noi” nata nel 2014 – ed è passato da essere un unicum a livello nazionale a fare proseliti. Il Comune di Perugia, ad esempio, ne sta studiando il modello.

In municipio si è fatto il punto sul suo avanzamento e l’assessore al welfare Daniele Marchi ribadisce: "La novità dell’approccio è che la persona, soprattutto se fragile è avvicinata e presa in carico nella sua totalità in quanto tale, non come utente di un certo numero di funzioni e singoli servizi erogati in base a classificazioni varie".

L‘assessore ricorda inoltre che per il Comune di Reggio sono previsti in arrivo dal Pnrr circa 700.000 euro, per la costruzione di alloggi in cui le persone con disabilità potranno "testare" la vita in autonomia.

Nella redazione dei loro progetti di vita i disabili sono stati assistiti da soggetti con specifiche competenze in ambito sociale-assistenziale ed una commissione ad hoc istituita in Comune ne ha stabilito l’idoneità. Innocenza Grillone, presidente della Fondazione “Durante e dopo di noi”, sottolinea come "sia stato fondamentale l’ascolto dei disabili e dei loro familiari per costruire una cornice in cui il progetto di vita non è più proiettato sul futuro, ma inizia nel presente". Il giurista Paolo Cendon, che da anni si batte per una legge nazionale sul “dopo di noi” ha proposto che Reggio Emilia si faccia parte attiva in questa battaglia, a partire dall’esperienza fatta con il registro dei progetti esistenziali.