REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Era la piccola a dire che non voleva vedere i genitori"

L’educatrice Katia Guidetti interrogata in aula sul caso della piccola affidata a una coppia di donne.

L’educatrice Katia Guidetti interrogata in aula sul caso della piccola affidata a una coppia di donne.

L’educatrice Katia Guidetti interrogata in aula sul caso della piccola affidata a una coppia di donne.

Si è conclusa ieri, nell’ambito dell’udienza del processo sui presunti affidi illeciti di Bibbiano, l’audizione dell’educatrice Katia Guidetti, 41 anni, che ha deciso di rendere esame risponendo alle parti.

La donna, difesa dagli avvocati Federico De Belvis e Francesca Guazzi, è imputata per due accuse di falso nelle relazioni in concorso con la collega Maria Vittoria Masdea, incentrate su una bambina nata nel 2007 che fu affidata a una coppia di donne, Fadja Bassmaji e Daniela Bedogni. Rispondendo al pm Valentina Salvi, ha riferito che nel dicembre 2016 erano già emersi elementi a sostegno di una possibile esposizione sessuale della bambina. Chiede il pm se ne fossero al corrente anche le affidatarie. "Non so, ma loro si erano accorte che c’era qualcosa di improprio per la sua età". Guidetti dice che fu messa a conoscenza della possibilità dell’esistenza di una rete di pedofili: "Non ricordo se le affidatarie ne fossero al corrente". Il pm legge però una chat tra Bassmaji e Bedogni in cui la prima chiede all’altra, inviata alle educatrici: "Noi due stiamo lavorando per aiutare la bambina o aiutare lo Stato a sconfiggere una banda di cattivi genitori che violentano i bambini?". Poi legge una lunga mail del maggio 2017 a diversi imputati a cui Bassmaji dice: "Non vogliamo più fare le investigatrici". Guidetti spiega: "In quel momento era già emerso il sospetto abuso. L’angoscia di non sapere, insieme al fatto che la madre della bambina era in competizione e arrabbiata, e il padre minaccioso, configuravano un’angoscia e una responsabilizzazione molto forti. Nessuno di noi penso abbia mai chiesto loro di fare le investigatrici, né io né Masdea, ma non penso nemmeno l’assistente sociale Francesco Monopoli. Le affidatarie erano esauste di una bambina così complicata e ipotizzarono di interrompere l’affido". Il pm ha sollevato la questione della nostalgia per i genitori: "Perché nella relazione avete omesso le volte in cui lei aveva chiesto di sentire i genitori, fatti a voi noti perché vi erano stati comunicati dalle affidatarie nel novembre-dicembre 2016?". Guidetti risponde che quando la bambina "voleva scrivere loro di sua iniziativa il messaggio veniva trasmesso; ma quando glielo si chiedeva, la maggior parte delle volte la minore si rifiutava, tanto che negli incontri protetti coi genitori, le chiedevano conto del perché e lei rispondeva che tante volte non ne aveva voglia". al. cod.