Genco, uscito dai domiciliari il 3 novembre

Il 24enne di Parma avrebbe confessato di aver ammazzato l’ex. Nel 2015 la madre Maria Pia era stata uccisa dal convivente tunisino

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C’è un particolare inquietante che segna in modo decisivo il profilo psicologico di Mirko Genco, il presunto omicida di Cecilia Hazana Loayza. Nel dicembre del 2015, la madre di lui, Alessia Della Pia, era stata ammazzata dal suo convivente Mohammed Jella, tunisino, che l’aveva prima picchiata nell’androne di casa a Parma, poi immersa nella vasca da bagno dell’appartamento dove viveva e trascinata nuovamente, esanime, nell’androne. E’ come se, con modalità diverse, l’altra notte, il 24enne originario di Parma avesse voluto replicare ciò che era capitato alla madre sei anni prima. Da quel momento, Genco, viveva con i nonni, anche perché, da quanto appreso, con il padre naturale non ha più rapporti. I guai con la giustizia di Genco sono avvenuti tutti negli ultimi due mesi. Il tre novembre aveva patteggiato due anni pena sospesa. L’unico caveat dell’accordo tra il suo difensore, l’avvocato Alessandra Bonini (che lo difende anche oggi) ed il pm Piera Cristina Giannusa è che Genco cambiasse vita. Iniziando un percorso di recupero presso l’Ausl della città ducale. Un accordo ’ratificato’ dal giudice Donatella Bove che aveva pronunciato la sentenza. E’ evidente che il percorso intrapreso da Genco (due sole sedute sono state quelle cui si è sottoposto in questo periodo) non è servito, e ieri dalle 18 si trova in stato di fermo indiziario con l’accusa di omicidio per aver accoltellato a morte la sua ex, la povera Cecilia. Su di lui si sono concentrate subito le indagini dei carabinieri coordinate dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani. Da quanto emerso, Genco ieri mattina dopo aver presumibilmente colpito a morte la sua ex, ha ripreso la sua attività lavorativa a Reggio, di venditore porta a porta di utenze. I militari lo hanno trovato in via Pezzana, nella zona di San Prospero Strinati. Il ragazzo non ha opposto resistenza. E’ stato accompagnato in caserma dove, interrogato dal pm, ha vuotato il sacco, fornendo una piena confessione dell’accaduto. Genco era giunto a Reggio venerdì sera, con il proposito di ricongiungersi alla sua ex, cosa avvenuta in noto locale del centro cittadino e l’aveva accompagnarla a casa. Lì l’ennesima lite. Lui, secondo una sommaria versione, l’avrebbe prima tentato di strangolarla, poi, con le chiavi di lei, sarebbe salito in casa, avrebbe preso un coltello dalla cucina e l’avrebbe uccisa. Il 10 settembre, Genco aveva violato un precedente divieto di avvicinamento arrivando a minacciarla, anche qui, con un coltello , per cui era stato arrestato. 13 giorni dopo, aveva ottenuto gli arresti domiciliari, misura decaduta per il patteggiamento di inizio novembre. Andando ancora a ritroso, il 5 settembre, sempre gli agenti della squadra Volante, lo avevano arrestato per atti persecutori. Era stato trovato dagli agenti nascosto nelle cantine del condominio dove viveva Cecilia, dopo che in un’occasione le aveva staccato anche la luce del suo appartamento. "Se non torniamo insieme mi uccido". Ma è accaduto il contrario.

Nicola Bonafini