Il Comune acquisterà Villa Levi: "Obiettivo: un agropolo di ricerca"

La giunta ha da poco deliberato l’atto di indirizzo per studiare come acquisire l’immobile da Unibo

Il Comune acquisterà Villa Levi: "Obiettivo: un agropolo di ricerca"

Il Comune acquisterà Villa Levi: "Obiettivo: un agropolo di ricerca"

di Gabriele Gallo

Il Comune di Reggio acquisterà Villa Levi, attualmente inutilizzata, a parte l’area verde circostante, in concessione all’amministrazione comunale sino al 2030. Partendo da mozioni approvate con spirito bipartisan dal consiglio comunale prima per interventi urgenti di restyling (a firma Cinzia Ruozzi Pd) e poi assumendo l’impegno di valutare l’acquisto dell’immobile (a proporla Claudio Bassi, Forza Italia, nel 2021) la Giunta reggiana ha appena deliberato l’atto di indirizzo per studiare le modalità che porteranno all’acquisizione dell’immobile, dando mandato al dirigente del servizio Patrimonio di predisporne l’istruttoria e produrre una apposita relazione entro dicembre. I dettagli li spiega l’assessore con delega al Patrimonio, Lanfranco de Franco (foto sopra).

Perché il Comune vuole comprare Villa Levi?

"L’obiettivo è realizzare un agropolo che si occuperà di ricerca pura, di implementazione di nuove tecnologie da utilizzare in tutti i rami della filiera agricola: con l’aiuto della meccatronica e della meccanica in stretto collegamento con gli imprenditori. Quale territorio migliore del nostro per realizzare questa sinergia?"

Come vorreste portarla avanti?

"Da circa un anno abbiamo iniziato a ragionare su come dare una collocazione stabile e funzionale a Villa Levi. Abbiamo avuto interlocuzioni col mondo dell’agricoltura, dell’imprenditoria, in particolare meccanica, e con le università. L’idea piace, anche perché con un progetto come questo Reggio potrebbe candidarsi a progetti di livello internazionale".

Costi dell’operazione?

"Di cifre con l’Università di Bologna non abbiamo mai parlato, sebbene loro considerino l’immobile un bene in vendita da diversi anni. Sicuramente sarà un impegno di qualche milione di euro (negli anni scorsi l’ateneo bolognese aveva messo in vendita Villa Levi valutandolo sui cinque milioni e mezzo di euro, ndr)".

Una eventuale collaborazione con l’ateneo felsineo ridurrebbe l’impatto finanziario dell’operazione?

"Di sicuro l’università di Bologna, e da qui ha origine la delibera di giunta che avvia in modo concreto il percorso che porterà all’acquisizione di Villa Levi, ci ha chiesto di formalizzare il nostro interesse. Con loro ragioneremo su tutto, anche di eventuali collaborazioni future. Così come lo stiamo già facendo con Unimore, che nei suoi corsi dà molta importanza all’agroalimentare, o col politecnico di Milano con cui abbiamo rapporti da tempo in tema di design e architettura. Anche perché vorremmo che la struttura restasse fruibile da tutta la città".

In che modo?

"Destinando un’area di essa allo svolgimento di progetti e percorsi che coinvolgano anche le scuole della città, oppure pensando a periodici eventi sui temi che verranno affrontati nell’agropolo a beneficio di tutti i cittadini".

Al momento la situazione complessiva dell’area di Villa Levi qual è?

"Nel parco, che il Comune ha in gestione da tre anni e lo avrà per altri sei, come è noto si svolgono svariate iniziative organizzate da più enti come, per esempio, ’Coviolo in festa’ (anima, sin dal 2018, della rinascita dell’area di Villa Levi dopo anni di abbandono, ndr). Il piano terra della villa è poi visitabile e Unibo, che tuttora lo gestisce, ci lascia carta quasi bianca nell’organizzare periodiche visite al suo interno".