Ingegneria cerca iscritti "Frenati dall’emergenza"

Il direttore del dipartimento Fantuzzi: "Studenti, non fatevi spaventare". I finanziamenti privati calati del 20%. Per ora siamo a -45% delle domande.

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di Giulia Beneventi

"Le iscrizioni non sono ancora chiuse, bisogna attendere ottobre per avere un quadro più preciso. Vedendo i dati preliminari certo si solleva un attimo di attenzione, il che è comprensibile".

Cesare Fantuzzi, direttore del dipartimento Unimore di scienze e metodi dell’ingegneria, fa il punto sull’attuale andamento delle iscrizioni per l’anno 202021. Al momento, complice anche l’incertezza legata all’emergenza sanitaria, sono ancora a - 45% rispetto all’anno scorso.

Professor Fantuzzi, quante immatricolazioni ci sono finora per ingegneria a Reggio?

"A oggi, tra immatricolazioni provvisorie e definitive, contiamo circa 200 matricole (65 definitive e 147 in stato provvisorio). L’anno scorso, a ottobre, eravamo a circa 500. D’altra parte è fisiologico che gli studenti si iscrivano verso il termine, anche perché solitamente le lezioni sono pubbliche e uno può conoscere l’ambiente universitario prima di sceglierlo".

Lei vede un margine di aumento nel numero di iscrizioni?

"Spero di sì, anche perché non siamo a numero chiuso e riteniamo che gli studenti possano sentirsi tranquilli all’idea di frequentare la nostra università".

Cosa direbbe a uno studente che è in dubbio?

"Che non bisogna guardare solo all’oggi e che si ha una carriera di 3 o 5 anni davanti. Quindi credo sia meglio guardare allo storico di un dipartimento. Il nostro è giovane e la qualità didattica è molto buona".

Secondo lei cosa li frena di più?

"La percezione, rispondendo alle email di studenti che mi scrivono, è che ci sono scenari diversi. Molti vengono dal Sud Italia, ragazzi in gamba che vogliono trovare qui nuove opportunità. C’è sia chi valuta la possibilità di iscriversi e poi, eventualmente, non frequentare rimanendo a casa, sia chi è frenato dall’idea non riuscire poi a vivere il territorio. Ai secondi, in particolare, rispondo che questa emergenza si risolverà e di non vedere l’iscrizione come un rischio".

Tornando al numero delle immatricolazioni, ci sono state delle conseguenze sui finanziamenti?

"Premettendo che i finanziamenti vengono sia da fondi europei e progetti competitivi, sia da fondi privati che commissionano attività ricerca, sui secondi c’è stata una piccola riduzione. Direi un 20% circa, quindi un calo non così importante".

Unimore ha optato per una didattica per lo più ‘a distanza’. Lei che ne pensa?

"Penso che si stia facendo tutto il possibile nell’ambito di una grande incertezza collettiva. Abbiamo cercato di mantenere un atteggiamento cautelativo e di fornire il miglior servizio, tutto questo dall’oggi al domani perché ricordo che non siamo un’università telematica. Rispetto ad altri atenei della regione, loro hanno adottato una politica più ‘aperta’. Ho il massimo rispetto per le scelte degli altri, mi chiedo però davvero come riescano a coordinare il tutto una volta iniziato l’anno accademico".

Il suo dipartimento nello specifico, come sarà organizzato?

"Abbiamo lavorato tutta l’estate per accogliere gli studenti al meglio. Stiamo focalizzando la didattica in presenza sulle attività laboratoriali, per garantire la massima possibilità di accesso. Uno strumento fondamentale e che tale deve rimanere è poi lo stage, sia presso le aziende che nei laboratori di ricerca. Già oggi erano attività consentite, con tutte le cautele del caso, quindi a maggior ragione credo che si potrà continuare, sperando che la seconda ondata sia gestibile, a livello locale ma anche nazionale".