La riconoscenza di Reggio per Kobe Bryant Vecchi: "Il legame con la città era speciale"

Inaugurata la piazza in onore dell’asso dei Lakers e della figlia morti un anno fa. Davide, amico di sempre: "Brividi ogni volta che passerò di qua"

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di Daniele Petrone

Il cuore del Black Mamba continuerà a battere, scandito dal rumore di un palleggio della palla a spicchi, nella "sua" Reggio, accanto al PalaBigi di via Guasco, dove cominciò a muovere i primi passi e a dipingere le prime magiche parabole di una carriera straordinaria.

Da oggi quel fazzoletto di terra, si chiamerà "Largo Kobe e Gianna Bryant". È la piazza che il Comune ha intitolata ieri mattina al campione di basket Nba e a sua figlia, nel giorno del primo anniversario della loro morte nel tragico incidente in elicottero a Calabasas, in California, negli Stati Uniti il 26 gennaio 2020. La leggenda dei Los Angeles Lakers – con cui ha vinto cinque anelli – è cresciuto nella città emiliana, giocando nelle giovanili della Pallacanestro Reggiana dall’89 al ‘91, anni in cui il padre Joe Bryant militava in prima squadra, nella mitica Cantine Riunite. La cerimonia ha visto scoprire una targa in memoria del fuoriclasse e di sua figlia. Ma anche l’inaugurazione di una mostra fotografica all’aperto che ritraggono il ‘Black Mamba’ in alcuni momenti della sua vita (raccontata tramite l’attivazione tramite smartphone di un Qr-Code, da diverse voci narranti tra cui anche l’attrice reggiana Eleonora Giovanardi e Gianluca Gazzoli di Radio Deejay): dalla foto di squadra coi baby compagni nelle giovanili a quella in braccio a papà Joe al palazzetto. "Kobe ha sempre mantenuto una relazione speciale nella nostra città. Perciò volevamo dargli un segno di riconoscenza. La sua filosofia resterà per sempre al mondo intero non soltanto per la sua esperienza sportiva, ma anche e soprattutto per il suo essere persona. Un esempio per le giovani generazioni", ha detto il sindaco Luca Vecchi che ha letto anche i messaggi scritti dall’ambasciatore d’Italia a Washington, Armando Varricchio e della console generale degli Usa in Italia, Ragini Gupta che hanno patrocinato l’evento. Presente anche Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio, nonché ex patron (oggi socio) della Pallacanestro Reggiana, affiancato dall’attuale numero uno del club Veronica Bartoli. "Per noi è un grande orgoglio regalare un pezzo di città a Kobe. È stato un numero uno come pochi. La sua morte è stata un lutto mondiale, così come per lui solo per Senna, Maradona e Pantani. Ricordo un aneddoto di mio figlio Andrea, che vive a Los Angeles. Un giorno andò ad una festa a Beverly Hills e lo vide ad un tavolino, attorniato da un cordone di sicurezza. Gli urlò: ‘Ciao Kobe, sono di Reggio Emilia’. Lui si illuminò e lo invitò al suo divanetto per parlare della nostra città che amava. Poi quando seppe che fosse il figlio del patron della Pallacanestro Reggiana impazzì letteralmente di gioia...". Diversi giovani e tifosi – indossando le canotte gialloviola Lakers numero 24 e 8 di Bryant (nello store della Pallacanestro Reggiana, anche online, è in vendita una maglietta celebrativa realizzata per l’occasione, in vendita da ieri e già a ruba) – non hanno voluto mancare all’omaggio. Così come gli amici reggiani di Kobe. Da Chris Ward ("Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo condiviso con lui, essendo cresciuti insieme è come se avesse portato anche i suoi amici nell’olimpo del basket", ha detto) agli ex allenatori Andrea Menozzi ("Ricordo quando a 12 anni diceva che avrebbe voluto giocare in Nba e tutti lo prendevano in giro... Ma lui era così determinato che ce l’ha fatta davvero", ha ricordato) e Mauro Cantarella fino a Davide Giudici. Quest’ultimo, ex compagno di squadra nelle giovanili biancorosse, visibilmente emozionato: "L’ultima volta ci siam visti nel 2016 qui a Reggio. Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta gli avrei dato un abbraccio immenso. Ma lo farò passando da qui ogni giorno, abito a cento metri. So già che avrò i brividi ad ogni passo in questa piazzetta...".