L’ex moglie di Paolo Bellini torna in aula

Conclusa la deposizione dell’ex ’Primula Nera’: "La mattina del 2 agosto, mi trovavo a Rimini"

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Deposizione di Paolo Bellini: quarta ed ultima puntata. Decisamente molto meno esplosiva rispetto a quella di mercoledì quando l’ex ’Primula Nera’ ha dichiarato di essere stato "Interno alla cosca (’ndranghetista, ndr), consigliere di Nicola Vasapollo, fino a quando non è stato ucciso, poi è cambiato tutto e sono diventato un killer. Venivo pagato per questo, ma non è che avevo un contratto da esterno".

Ecco, ieri, nel quarto e ultimo atto della deposizione che l’ex esponente di Avanguardia Nazionale, imputato per la strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna in concorso a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (già condannati in via definitiva), oltre a Gilberto Cavallini, giudicato colpevole soltanto in Primo Grado, ha sostenuto davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Francesco Maria Caruso, sono stati ricostruiti gli spostamenti di Bellini nel mese di luglio del 1980, sino ad arrivare al 3 agosto, ossia al giorno successivo a quello della strage.

Bellini ha risposto alle domande del presidente Caruso e delle parti civili costituitesi in giudizio.

Particolarmente rilevanti sono state le risposte riguardanti su dove si fosse trovato nella notte tra l’1 e il 2 agosto dell’80. L’imputato sostiene di averla trascorsa in ospedale a Parma, dal fratello Guido, per poi partire la mattina successiva alla volta di Rimini assieme alla nipote Daniela, per prendere la moglie e i figli per poi proseguire alla volta del Passo del Tonale per trascorrere la villeggiatura: "Quella notte ci siamo chiariti sul fatto che io avevo visto lui (il fratello di Bellini) e Maurizia (Maurizia Bonini, l’ex moglie della ’Primula Nera’, ndr) in atteggiamenti intimi. Parlammo del fatto che lui era stato l’amante di mia moglie".

In fine Bellini è tornato a parlare della scelta di collaborare con la giustizia a partire dagli anni ’90: "Quando ero carcerato e co e cominciai a collaborare - ha sostenuto Bellini - la signora Bonini (la quale, dopo oltre 40 anni, ha fatto collare durante la sua deposizione di luglio nel processo, l’alibi fornito dall’ex marito riguardo la mattina del 2 agosto, ndr) mi disse di smettere di collaborare perché era preoccupata. Io le risposi di chiedere il cambio di cognome e di ripudiarmi. Mia moglie, i miei famigliari non volevano che collaborassi".

Una volta terminata la deposizione dell’ex Avanguardia Nazionale, la corte si è riunita brevemente ed ha deliberato che i famigliari di Bellini debbano essere sentiti un’altra volta. In un’udienza che è programmata per il 10 di dicembre. La Corte d’Assise ha quindi accolto la richiesta dei legali dell’imputato, Capitella e Fiormonti, motivando la decisione col fatto che, nonostante i cognati e l’ex moglie di Bellini, Maurizia Bonini, avessero già deposto il 21 di luglio, i temi di prova oggetto di deposizione siano meritevoli di ulteriore approfondimento.