CLAUDIO LAVAGGI
Cronaca

L’uomo che olia gli ingranaggi

Hockey Ai mondiali di Novara c’è un reggiano che non gioca: Marco Ferretti è il meccanico delle azzurre

L’uomo che olia gli ingranaggi

Hockey Ai mondiali di Novara c’è un reggiano che non gioca: Marco Ferretti è il meccanico delle azzurre

Ai campionati mondiali di hockey su pista che si stanno svolgendo a Novara si parla reggiano: detto dello scandianese Alessandro Uva che ha segnato anche due gol nella finalina under 19, l’altro reggiano presente non potrà segnare reti, ma potrà mettere le azzurre in condizioni di farlo.

Parliamo di Marco Ferretti, 39 anni, che all’interno delle nazionali femminili svolge la mansione di meccanico.

Ma prima di capire cosa fa in pratica, diciamo che Marco ha iniziato a giocare a hockey a Correggio a 8 anni, appendendo i pattini al chiodo a 22.

Poi è diventato il meccanico della società e continuando la… scalata, cinque anni fa ne è diventato il presidente.

"Sì, questi sono i fatti – dice Ferretti da Novara in attesa della gara contro le spagnole – sono un vero presidente operaio. A parte gli scherzi, a Correggio seguo l’organizzazione di impianti e poi non disdegno anche di andare in trasferta se c’è bisogno di fare il lavoro da meccanico". Ma un meccanico nell’hockey cosa fa?

"In realtà sto a bordo pista e do ai ragazzi l’acqua e l’asciugamani e spero di non intervenire mai. Di fatto il lavoro è tanto: controllo tutto l’abbigliamento, maglie, calzoncini, calzettoni che si possono rompere. Nelle manifestazioni in cui non c’è il servizio di lavanderia seguo anche questo. Poi ci sono le stecche da limare, i pattini da controllare ed eventualmente riparare, le ruote da cambiare e tanto altro".

Cambio ruote come nella Formula 1?

"Peggio, noi abbiamo quattro durezze di ruote, magari una ragazza gioca con una tenera, un’altra con la media, dipende anche dal fondo della pista e dall’umidità. Ovviamente mi confronto con le atlete e con gli allenatori".

Come è un buon meccanico?

"Deve avere capacità di gestione, manualità e tempo a disposizione, perché poi si seguono le squadre anche nei raduni e nei campionati internazionali".

Lei ne ha fatti molti?

"Ho iniziato nel 2018 un po’ per caso, poi, tra europei, mondiali e campionati giovanili direi di essere a quota 11".

Un segreto?

"Saper gestire l’imprevisto e qui conta l’esperienza. E poi mantenere la calma in un momento in cui magari tutti sono nervosi perché un giocatore è costretto a uscire per un guasto a un pattino".

Un imprevisto capitato?

"Cambiare otto treni di ruote a tutte le ragazze in 30 minuti, perché quello era il tempo della prova pista".

I suoi rapporti con le azzurre?

"Ottimi, a volte figuro un po’ da confidente, per cose che non possono dire al loro allenatore o al dirigente, o a una compagna di squadra".

A Novara, l’Italia ha vinto le prime due partite, avete un sogno?

"L’ambiente è carico, le ragazze stanno bene, siamo belli tonici e sono fiducioso. Ma ci sono anche le avversarie…".