Mercato saturo, rischio impennata di sfratti

L’inflazione galoppante, l’aumento dei costi delle bollette e il prezzo del mattone che aumenta preccupano molto Sunia (Cgil)

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di Ylenia Rocco

Tra moglie e marito non si mette il dito così tra inquilino e proprietario, ma questa volta la forte crisi economica rischia di interferire in quest’ultimo rapporto. "Quello che ci preoccupa è che gli effetti della difficoltà economica, dovuta alla pandemia e poi alla guerra, si vedranno in questi anni. Ma anche gli aumenti delle utenze ci allarmano, perché chiaramente questi incidono sulla disponibilità economica di una famiglia" è il grido di allarme di Carlo Veneroni, segretario di Sunia. Per Veneroni il problema è molto serio: "Bisogna ragionare su una teorica quota del 30% di sostenibilità che rappresenta per una famiglia il livello con cui riesce a sostenere affitto o mutuo, utenze ed il proprio bilancio familiare, ora questa quota viene messa fortemente a rischio".

Ciò significa dover temere un aumento esponenziale degli sfratti. "Negli ultimi dati – racconta Veneroni – all’anno 2020, se ne contavano 400 e Reggio Emilia, in regione, proprio per questi si piazza al terzo posto. Gli sfratti nella nostra provinciasono tutti dovuti alla morosità e non per la scadenza del contratto". E’ importante considerare che un inquilino oggi deve far fronte all’affitto, che mediamente varia tra i 450 e i 500 euro mensili, alle spese condominiali e ai rincari, con uno stipendio che però resta sempre fisso. Un altro fattore pericoloso per Veneroni è l’inflazione su cui si calcolano gli aumenti dei canoni per gli anni successivi: "L’ultimo dato che ho dell’Istat di febbraio 2022 è del 5,6 %; dal 2003 ho sempre visto delle Istat con un valore massimo del 2% ma anche inflazioni in negativo. La preoccupazione è che i proprietari, spinti sempre di più dalla voglia di stipulare un contratto con pigione più alto, alla scadenza del contratto precedentemente concordato non siano più disposti a rinnovarlo".

Un dato sociale che però il segretario di Sunia vuole evidenziare è che il proprietario reggiano preferisce non avere intermediari nella scelta dell’inquilino. "Una decina di anni fa è nata l’Agenzia per l’Affitto – racconta Veneroni –, istituita dai vari comuni e gestita da Acer. I proprietari dovrebbero conferire a quest’ultima i propri appartamenti, l’Acer a sua volta si occuperebbe di trovare le persone a cui dare gli appartamenti a costi sostenibili, fornendo al proprietario garanzia in caso di danni all’alloggio o di morosità. Questo strumento purtroppo non è mai decollato".

Per Giuseppe Iannò, responsabile del Gruppo immobiliare CasaIn, dall’altra parte l’aumento dei prezzi del mattone, nel compartimento della compravendita è un fattore fisiologico: "Durante il lockdown le persone hanno riscoperto il valore della casa e per questo la domanda è aumentata, conseguentemente i prezzi al metroquadro". Per il responsabile dell’agenzia immobiliare "le persone che decidono di comprare sono a conoscenza del valore attuale degli immobili e dei relativi rincari, per questo motivo l’aumento non ha inciso in modo particolare". Un dato interessante per Iannò è stata la vendita di diverse case in alta montagna: "Probabilmente con la pandemia, le persone stanche degli appartamenti hanno opzionato l’acquisto di una seconda casa lontana dalla città". Ma c’è anche chi, chiedendo l’anonimato, azzarda la tesi delle speculazioni: "Lavoro da anni in questo settore ma, a parer mio, i bonus hanno inciso parecchio sull’aumento dei prezzi. Il mutuo 100 per cento per i giovani è un ottima idea però in concomitanza sono aumentati i prezzi degli immobili".