"Mi rivedo nell’Italia mondiale e in Lavia"

Luca Cantagalli vinse due titoli iridati di volley negli anni ’90: "Questa squadra assomiglia alla nostra: due gruppi fantastici"

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di Nicola Bonafini

Cinque ori (di cui due mondiali nel 1990 e 1994 e tre all’Europeo) e due medaglie d’argento, in 330 partite con la Nazionale italiana ed avere ancora la capacità di emozionarsi nel vedere i ragazzi in maglia azzurra issarsi sul tetto del mondo.

Luca Cantagalli, reggiano doc e allenatore della Conad Tricolore, nonché settimo in classifica per numero di presenza in Nazionale maggiore, è rimasto incollato davanti al teleschermo per tutta la durata dei Campionati del Mondo di volley che ieri hanno incoronato la nazionale di Fefè De Giorgi. Una squadra che, per molti, rappresenta una nuova "generazioni di fenomeni" com’era proprio stata ribattezzata l’Italia, di Cantagalli, Zorzi e Lucchetta, solo per citare alcuni degli atleti più famosi e rappresentativi.

"E’ stata - dice Cantagalli - una vittoria fantastica, un percorso netto incredibile. Davvero complimenti a questi ragazzi e a De Giorgi, impeccabile in tutto e per tutto".

Quanto l’ha emozionato questo successo?

"Tantissimo, come, credo, tutti quelli che hanno seguito ed ammirato le gesta di questo gruppo. E mi sento di aggiungere una cosa, se posso..."

Prego

"Mi hanno ricordato, e tanto, quello che siamo stati noi, ai nostri tempi".

Cosa ha rivisto del vostro gruppo in quello vittorioso di oggi?

"Il modo in cui stanno in campo, l’unità di intenti che hanno dimostrato. Soprattutto le loro facce: belle, sorridenti, rilassate. Un gruppo di ragazzi che emanavano una grande tranquillità ed una grande disponibilità al servizio della maglia azzurra. Nessuno che eccedesse in esultanze o comportamenti particolari. Tutti davvero compatti e a sostegno l’uno dell’altro".

C’è un giocatore in cui si è rivisto in particolare?

"Se proprio devo, dico Lavia. Perché, è un giocatore solido, continuo. Un talento che rende facili le cose difficili senza andare sopra le righe. E’ uno che si fa notare poco, ma che fa cose straordinarie. Avrebbe meritato di vincere il titolo di MVP del torneo".

Per altro questa è stata un’estate straordinaria, l’ennesima, per il volley italiano. Anche la Nazionale Under 18 si è laureata Campione d’Europa e tutto il movimento sembra continuare a produrre talenti.

"Esatto. Sia nel maschile, che nel femminile ci sono davvero dei talenti importanti e vi sono prospettive serie di rimanere in alto per lungo tempo.

Soprattutto nel femminile, il bacino di utenza è davvero quasi infinito, mentre nel maschile, è un po’ più ristretto. Ma alla fine, i risultati restano davvero notevoli ed apprezzabili".

Anche a Reggio si è vissuto il sogno di una vittoria bellissima quanto inaspettata grazie alla promozione in Super Lega della Conad Tricolore. Come ha vissuto questa cavalcata?

"Da reggiano con grande emozione. E’ stata davvero tanta roba, perché un campionato al massimo livello cambia le prospettive e l’attenzione generale sulla società. Forse, se posso permettermi, un pochino inaspettata. Diciamo che la richiesta di una Super Lega, dal punto di vista della struttura, è altissima rispetto alle leghe minori". Peccato che tutto sia finito a causa della mancanza di un campo da gioco in regola. Commenti?

"Culturalmente so benissimo che a Reggio, il basket è dominante. Ma non è comunque possibile rinnovare un palasport e renderlo di fatto fruibile solo per uno sport.

Oggi come oggi, come hanno fatto a Modena, per esempio, sarebbe necessario un luogo capace di accogliere tutte le manifestazioni sportive, ma anche concerti e spettacoli".

Ci sarebbe la Casa del Volley, annunciata, da sindaco e assessore, di cui, però, si sono perse le tracce…

"Ma oggi non è il giorno giusto per parlarne. Meglio celebrare la Nazionale. L’unica cosa che dico è che quelle parole sono state dette, attendiamo i fatti".