Paterlini racconta il genio Parisi "un grande amico"

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Sospesi sul confine sottile che separa il desiderio di conoscere una storia prima di oggi inedita, e bellissima, e il timore di non riuscire a comprendere appieno una vita straordinaria, spesa al servizio della ricerca, si sentivano i lettori che ieri mattina hanno partecipato alla presentazione del libro ‘Gradini che non finiscono mai. Vita quotidiana di un Premio Nobel’, di Giorgio Parisi con Piergiorgio Paterlini (La Nave di Teseo). Ma la curiosità ha alla fine prevalso, superando il freddo pungente e la corsa ai regali, e ha permesso ai presenti di appassionarsi al racconto letterario, umanissimo, quasi cinematografico, di un’esistenza condotta fuori dagli schemi, ma vissuta dentro formule e quesiti matematici che hanno portato il professor Parisi, docente emerito di Fisica Teorica alla Sapienza di Roma, alla conquista del Premio Nobel nel 2021. Ha imparato a leggere prima i numeri delle lettere lo scienziato, e, stando a quanto diceva la mamma, a 3 anni riconosceva il numero del tram mentre si avvicinava: "Ecco, arriva il 53. Guarda, la c’è il 24!". Allora, leggendo queste righe, viene spontaneo pensare che Giorgio Parisi fosse davvero un predestinato. Davanti alla libreria del Teatro, il co-autore di questa autobiografia romanzata Piergiorgio Paterlini, che ha raccolto in 100 capitoli la vita di Parisi, ha cercato di spiegare la complessità di un lavoro di scrittura che ha richiesto almeno 50 ore di registrazione di un dialogo fittissimo, profondo, con l’amico di una vita. Il professore, appunto.

Lara Ferrari