ALESSANDRA
Cronaca

Ragazzo senza fortuna: "Mio fratello Walter colpito a morte in piazza. Mai avuto le loro scuse"

L’aggressione a Casina nel 2021: Fornaciari si spense dopo giorni di agonia. Un cartello nel luogo della tragedia: "Non dimentichiamo, non perdoniamo".

L’aggressione a Casina nel 2021: Fornaciari si spense dopo giorni di agonia. Un cartello nel luogo della tragedia: "Non dimentichiamo, non perdoniamo".

L’aggressione a Casina nel 2021: Fornaciari si spense dopo giorni di agonia. Un cartello nel luogo della tragedia: "Non dimentichiamo, non perdoniamo".

Codeluppi

"Ragazzo senza fortuna". Prende in prestito il titolo di una canzone di Renato Zero per descrivere Walter Fornaciari, il fratello che non c’è più. Il cantante romano era quello preferito dal 46enne morto a Casina a seguito dell’accerchiamento e dell’aggressione avvenuti il 26 ottobre 2021 da parte di un gruppo di minorenni.

Fatto poi sfociato in un processo per omicidio preterintenzionale, concluso di recente, come raccontato dal Carlino, con l’estinzione del reato dopo venti mesi di messa alla prova, attraverso un’attività di volontariato con esito positivo, per due giovani, di cui uno accusato di aver causato la morte dandogli un pugno che lo fece cadere a terra.

Non c’è descrizione dello scomparso più calzante, e più immediata, per Fausto Fornaciari, musicista e insegnante, uno dei due fratelli, insieme a Ferruccio, che la vittima ha lasciato oltre al loro padre Sergio e alla cognata Mara alla quale Walter era molto affezionato.

Dopo anni il dolore è ancora forte ("eravamo legatissimi"), ma Fausto sente anche una nota stonata. Ecco perché da qualche tempo ha appeso a una fontanella in via Roma, vicino al punto di Casina in cui il fratello morì, una rosa e una foto della vittima, con la scritta "Non dimentichiamo. Non perdoniamo".

Per la prima volta parla lui, il parente stretto di Walter. Spiega il senso di quelle parole, perché sente che se la giustizia ha fatto il proprio corso secondo la legge, ancora resta qualcosa di non riparato: "Quei ragazzi coinvolti nell’aggressione abitano vicino a me. Colui che provocò la morte di mio fratello lo vedo sempre. Leggo sul Carlino che davanti al giudice minorile hanno pianto e si sono detti dispiaciuti, che ora sono maturati e sono diventati giovani uomini. Eppure in questi anni nessuno di loro, e neppure i genitori, ci ha mai contattati per porgere le scuse. Anch’io ho due figli giovani: avrei parlato con loro e le avrei accettate. Ma non ho mai ricevuto alcun segnale, neppure un bigliettino, anche solo per dire che erano amareggiati per aver causato una tragedia non voluta. Si può dire davvero che quei ragazzi si sono ravveduti? Oppure si sono comportati così in tribunale solo per evitare conseguenze più pesanti?".

La vita di Walter è stata un susseguirsi di problemi alternati agli sprazzi di serenità che gli regalava la musica: "Attorno ai 25 anni si ammalò di depressione, per la quale si curava sottoponendosi a psicoterapia tramite il servizio pubblico – racconta Fausto Fornaciari –. All’età di 33-34 iniziò ad abusare di alcol. Ha lavorato come elettricista per 14 anni, fino a 2-3 anni prima della morte".

Fu processato per un reato grave e assolto con formula piena: "Venne arrestato alle 2 di notte e trascorse un periodo in carcere. Poi risultò innocente, ma quest’esperienza gli lasciò il segno". Di carattere "era timido, ma sempre disponibile quando qualcuno aveva bisogno. Amava portare gli amici ai concerti di Zero".

Dall’inchiesta è emerso che lui beveva e qualche volta veniva trovato in strada in condizioni precarie. Fragile, era finito nel mirino di un gruppo di giovani che con lui condivideva brutte abitudini.

Il fratello Fausto ci mostra un video che gli fu inviato, girato a Casina: "Il filmato risale a qualche mese prima della morte. Quei ragazzi lo facevano ubriacare. Qui si vede che lo sollevavano da terra con bastoni. Uno di loro è stato poi imputato per droga. Ecco un giovane che gli dà un calcio, poi lo mettono su una sedia. Qualcuno gli portava marijuana che consumavano insieme, e birre".

Nel periodo in cui avvenne l’aggressione, Walter intravedeva l’uscita dal tunnel: "Mio fratello abitava a cento metri da casa mia. Com’era solito fare, doveva venire da me a prendere le sigarette, ma la sera del 26 ottobre alle 22.30 non era ancora arrivato. Poi vidi arrivare l’elisoccorso in paese, ma nessuno quella sera mi avvisò. Il 118 lo chiamò un uomo di Casina che lo vide a terra. Non sentendo più Walter, iniziai a cercarlo il giorno dopo. Venni poi a sapere dalla Croce Rossa che era stato ricoverato a Parma, in gravi condizioni. Morì dieci giorni dopo". Lui racconta anche che in passato dovette chiamare i carabinieri perché il fratello fosse finalmente preso in carico dal Ceis. "Fu un’assistente sociale non del paese, ma fuori zona, a dire che Walter doveva essere aiutato. Lui prese appuntamento al Ceis il 27 ottobre 2021, ma quel giorno era già in coma a Parma".

Sulle difficoltà del fratello, Fornaciari descrive un presunto disinteresse da parte del paese: "Solo qualche amico stretto lo aiutava. Ci fu chi mi chiamò per lamentarsi che mio fratello disturbava, ma pur avendolo sotto gli occhi non si era accorto che quei giovani compravano superalcolici e si facevano le canne con lui".

Dal procedimento giudiziario è emerso che il ragazzo che ne causò la morte avrebbe reagito a una mossa violenta di Fornaciari.

"Quella sera Walter diede due schiaffi a un amico di quel giovane – racconta il fratello –. Quest’ultimo gli diede un pugno che lo fece cadere. Poi se ne andarono lasciandolo a terra".

Possibile che la vittima fosse stata molesta? "Mio fratello andava a chiedere in giro le sigarette, ma era un rompiscatole buono. Quando celebrammo i funerali in forma privata, il maresciallo dei carabinieri, che lo conosceva bene, si mise a piangere".

Fornaciari racconta che il paese non si sarebbe stretto intorno alla sua famiglia: "Quando a Casina arrivarono i giornalisti, molti negarono di averlo conosciuto. Un mese dopo fu inaugurata una panchina contro la violenza sulle donne: fui contattato da un assessore che promise di fare un’iniziativa anche in ricordo di Walter, ma non si fece nulla". Di fronte alla morte di quel fratello così fragile e provato dalle alterne sorti, nulla sembra poter lenire il suo dolore: "È un gesto che non può essere perdonato, nemmeno con i soldi".