"Sempre più imprudenti in montagna Si introduca un ticket anche da noi"

Luca Pezzi, responsabile del soccorso alpino reggiano: "Interventi quadruplicati negli ultimi tre anni. Chi azzarda risarcisca le spese come succede in Trentino. Un elicottero ci costa 150 euro al minuto"

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di Rosaria Napodano

Luca Pezzi, responsabile del soccorso alpino del nostro Appennino, in Francia hanno intenzione di far pagare una cauzione di 15mila euro a chi vuole scalare il versante francese del Monte Bianco. Provocazione o giusta soluzione contro chi azzarda troppo?

"Secondo me si tratta semplicemente di un’ordinanza dissuasiva. Una presa di posizione nei confronti di chi prende un po’ troppo alla leggera le escursioni in montagna e si va ad aggiungere alla scelta, già presa da moltissime guide alpine, di non accompagnare più gli escursionisti a quote elevate perché troppo pericoloso".

Si potrebbe applicare anche sulle nostre montagne?

"Forse lo faranno nei prossimi anni. Ma da noi il discorso è diverso. In Francia i soccorritori sono stipendiati, mentre in Italia il corpo nazionale di soccorso è a base volontaria e non percepisce nessuna retribuzione. Da noi lo Stato ha deciso che qualsiasi tipo di assistenza sanitaria deve essere un servizio gratuito per tutti i cittadini".

A maggior ragione, non crede che serva qualche restrizione a tutela di chi ci rimette ‘gratuitamente’ per prestare soccorso?

"Forse solo per chi ci chiama in situazioni d’imperizia, perché si è perso o per altri futili motivi dettata da troppa leggerezza. In questi casi sì, credo che si debba pagare un ticket per rifondere tutto il sistema che c’è dietro un intervento di soccorso, vi assicuro non è poco".

Spieghiamolo, perché forse non tutti si rendono conto...

"Viene mobilitato un insieme di forze dell’ordine, talvolta pure i vigili del fuoco. E anche le attrezzature a nostra disposizione costano caro".

Ad esempio?

"Il costo di volo sono pressappoco 150 euro al minuto. Cifre a cui una persona a volte non pensa. Per questo ci sono già posti in Italia dove si applica un ticket per la richiesta di soccorso: come il Trentino, il Piemonte e la Valle d’Aosta".

E a quanto corrisponde?

"Dipende, dai mille ai tremila euro a chiamata".

Ma l’imprudenza sul nostro Appennino è cresciuta nell’ultimo periodo?

"L’imprudenza delle persone, quando c’è, è sempre la stessa. Ma il numero degli imprudenti sì, quello è aumentato soprattutto negli ultimi tre anni. Se si pensa che nel 2016 gli interventi erano stati solo 19, negli ultimi tre anni invece ne abbiamo fatti più di un’ottantina. Su scala regionale e nazionale invece sono quasi quadruplicati".

La pandemia ha influito?

"In primis, certo. Durante il Covid, a causa delle limitazioni, in tanti hanno riscoperto le bellezze dell’Appennino, però bisogna dire che ormai è diventata un vera e propria moda. Ad oggi la montagna non è più un posto che si frequenta solo d’inverno, adesso si fanno tante attività tutto l’anno. Tra poco aspettiamo i fungaioli che ahinoi sono le nostre vittime più frequenti...".