ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Tortura in carcere a Reggio Emilia, video choc in aula: chieste condanne fino a 5 anni e 8 mesi

Il pubblico ministero ha descritto un'azione "brutale, punitiva e preordinata". Il detenuto fu incappucciato, denudato e picchiato con calci e pugni, anche quando era a terra. Il filmato delle telecamere interne ha mostrato la violenza inaudita

Dieci agenti di polizia penitenziaria sono imputati nel processo sul pestaggio, subito da un detenuto in carcere a Reggio Emilia, il 3 aprile 2023. Un frame del video choc

Dieci agenti di polizia penitenziaria sono imputati nel processo sul pestaggio, subito da un detenuto in carcere a Reggio Emilia, il 3 aprile 2023. Un frame del video choc

Reggio Emilia, 25 novembre 2024 - Al termine di una requisitoria durata quattro ore, il pubblico ministero Maria Rita Pantani ha formulato le richieste di pena per i dieci agenti della polizia penitenziaria accusati a vario titolo dei reati di tortura e lesioni verso un detenuto tunisino, oggi 44enne, che allora si trovava nel carcere della Pulce, oltreché di falso nelle relazioni riguardanti l'episodio contestato, avvenuto il 3 aprile 2023, vicenda anticipata dal Carlino.

Tutti quanti hanno scelto il rito abbreviato, che permette lo sconto di un terzo nel caso di condanna. Stamattina nell'udienza preliminare in corso davanti al giudice Silvia Guareschi, il pm Pantani ha chiesto la pena più pesante, 5 anni e 8 mesi, per un 46enne viceispettore della polizia penitenziaria, che deve rispondere di tutte e tre le accuse. Per altri sette agenti sono stati invece domandati 5 anni di condanna. Richiesta più lieve, 2 anni e 4 mesi, per un viceispettore 53enne e un assistente capo 40enne che sono accusati esclusivamente di falso nelle relazioni. Nel descrivere le condotte, il pm ha parlato di "azione brutale, punitiva e preordinata, di violenza assolutamente gratuita".

Turture in carcere a Reggio Emilia, un frame del video choc mostrato in aula
Turture in carcere a Reggio Emilia, un frame del video choc mostrato in aula

In aula è stato mostrato e ripercorso il video delle telecamere interne. Secondo la ricostruzione accusatoria, il detenuto uscì dalla stanza del direttore dopo essere stato sanzionato per condotte che violavano il regolamento del carcere. Fu incappucciato con una federa stretta al collo, sgambettato, denudato e picchiato con calci e pugni, anche quando era in terra, e calpestato. Poi fu portato in cella di isolamento, nuovamente picchiato e lasciato nudo dalla cintola in giù per oltre un'ora, malgrado si fosse autolesionato e sanguinasse. Nel pomeriggio si proseguirà con le discussioni delle parti civili: il detenuto è assistito dall'avvocato Luca Sebastiani; il Garante nazionale dei detenuti (avvocato Michele Passione) e quello regionale (avvocato Daniele Vicoli); le associazioni per la tutela di chi si trova in carcere, ovvero Antigone (avvocato Simona Filippi) e Yairaiha (avvocato Vito Daniele Cimiotta).