O l’aumento di stipendio o il tempo libero: alla Omso di Reggio Emilia si può scegliere

La Fiom firma un accordo innovativo che lascerà la libertà di opzione tra indennità e “settimana corta”. Il premio risultato cresce di 150 euro

Reggio Emilia, 27 aprile 2023 – Un aumento di 1.280 euro all’anno. Oppure il tempo, che non ha valore dicono, ma che all’Omso di Pieve è garantito da un accordo che permette di rinunciare a tutto o parte dell’aumento in cambio di 5 giorni in più a casa all’anno o 10 mezze giornale libere aggiuntive.

Un gruppo di iscritti della Fiom in piazza a Reggio Emilia
Un gruppo di iscritti della Fiom in piazza a Reggio Emilia

È l’innovativo contratto aziendale, votato in larghissima parte nell’assemblea dei lavoratori, che è stato appena approvato nell’azienda di packaging fondata dall’ex sindaco Cesare Campioli nel dopoguerra. Per i 90 dipendenti, quasi tutti in produzione, sarà quindi possibile di fatto guadagnare gli stessi stipendi di oggi (con anche una serie di benefit in più nelle voci dei permessi per malattia, per accudire un parente o altro ancora) ma sperimentare la ‘settimana corta’, per conciliare un po’ meglio il tempo casa-lavoro.

“La Omso ha una lunghissima storia di contrattazione aziendale, che negli anni ha sempre visto rinnovare gli accordi, anche nei momenti difficili – dichiara la Fiom – con una grande sensibilità della famiglia Campioli alle esigenze dei dipendenti".

L’accordo appena firmato prevede un aumento del premio di risultato che passerà da 2.600 a 2.750 euro, un aumento dell’indennità oraria corrisposta anche durante le ferie e i permessi di oltre trecento euro e infine l’istituzione di un nuovo elemento consolidato che a regime varrà 1.350 euro all’anno.

“Tra premi variabili e consolidati questo contratto riconoscerà un aumento complessivo annuo della retribuzione di oltre mille euro”, dichiara Luana Mazza della segreteria provinciale della Fiom che, insieme alle Rsu, ha rappresentato i lavoratori al tavolo negoziale. La peculiarità di questo accordo aziendale è l’introduzione, per la prima volta, della possibilità di smonetizzare una quota di retribuzione accessoria per poter usufruire della cosiddetta “settimana corta”.

L’accordo prevede la conferma del diritto alla mensa con l’ottanta percento del pranzo a carico azienda, il pagamento al 100% della carenza di malattia, il miglioramento della flessibilità in ingresso che permetterà sia ad impiegati che operai di entrare durante una finestra di mezzora e recuperare eventuali ritardi in pausa pranzo o a fine giornata, la conferma del limite massimo di 12 mesi continuativi per l’utilizzo dei contratti a termine o in somministrazione, derogabili a 15 mesi solo in caso di rapporti non continuativi".