Demenze e Alzheimer, il medico: "E' possibile rallentarle"

La dottoressa Bergonzini: "A volte derivano anche da problemi di afflusso vascolare al cervello, ma l’unico trattamento sono i farmaci"

La geriatra del centro disturbi cognitivi dell’Ausl di Guastalla Eleonora Bergonzini

La geriatra del centro disturbi cognitivi dell’Ausl di Guastalla Eleonora Bergonzini

Reggio Emilia, 3 febbraio 2020 - Di demenze e Alzheimer si parla spesso come di malattie che hanno una pesante ricaduta sui familiari di chi ne è colpito. Per la rubrica 'Carlino Salute' ci rivolgiamo alla dottoressa Eleonora Bergonzini, geriatra al Centro disturbi cognitivi e demenze del Distretto Ausl di Guastalla, per avere qualche chiarimento su queste patologie che gradualmente e inesorabilmente privano le persone dei loro ricordi.

Dottoressa Bergonzini, esiste una distinzione tra Alzheimer e demenze?  La demenza è una malattia multifattoriale. Ne esistono di diverse forme, tra cui l’Alzheimer che rappresenta circa il 60 per cento dei casi. Una persona su tre colpita da demenza ha il morbo di Alzheimer. La malattia colpisce prevalentemente dagli 80 anni, ma esistono anche casi precoci, che riguardano persone dai 30 ai 60 anni. Sono in numero maggiore le donne, semplicemente perché hanno una longevità più alta rispetto agli uomini». Che cos’è la demenza? «È una sindrome, cioè un insieme di sintomi, dovuta ad una malattia cronica e degenerativa che colpisce il cervello. Gradualmente sottrae memoria, capacità di ragionamento, di riconoscere persone e oggetti, provoca alterazioni nel comportamento, pregiudicando la vita sociale».  Quali sono le principali forme di demenza?  «Oltre l’Alzheimer - che è la forma più frequente (di cui non si conosce la causa) e di cui è responsabile l’accumulo di una proteina (la Beta-Amiloide) in alcune aree del cervello (ippocampo) – è la demenza vascolare a colpire per il 15-20 per cento dei casi. Questa è provocata da un problema di afflusso di sangue al cervello, per una serie, più o meno importante, di ischemie: per lo più asintomatiche. Ne esistono poi di forme secondarie, conseguenze di alcune patologie (spesso transitorie), da esposizione a sostanze tossiche oppure da trauma.Quando di tratta di forme secondarie esiste sempre una causa precisa». Le demenze sono ereditarie?

«No. Solo in rarissimi casi esiste un’origine genetica e spesso riguarda un esordio precoce. Nella maggior parte dei casi si presentano in forma sporadica tra le generazioni di una famiglia».

Esiste una cura? «La farmacologia allo stato attuale non può guarire né fermare le demenze, ma rallentare (indicativamente da 6 a 12 mesi) l’evoluzione della malattia. Esistono trattamenti per lenire alcuni sintomi».