Salute, come si opera la cataratta

I consigli dell'oculista di Villa Verde, Alireza Janjani

Il dottor Alireza Janjani

Il dottor Alireza Janjani

Reggio Emilia, 14 gennaio 2019 - Affronta il tema della chirurgia refrattiva dell'occhio, la rubrica 'Carlino Salute' che il Carlino realizza settimanalmente in collaborazione con Villa Verde.

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Quasi 600mila interventi eseguiti in Italia in un anno con risultati positivi attorno al 95%. La cataratta rappresenta in campo oculistico l’intervento più eseguito. Ed è talmente diffuso a livello mondiale che in termini di frequenza è secondo solo al parto. La chirurgia refrattiva dell’occhio con lo scopo di rendere i pazienti indipendenti dagli occhiali è il tema della rubrica di Carlino Reggio dedicata alla salute. Ne parliamo col dottor Alireza Janjani, oculista di Villa Verde (1.200 interventi di cataratta in un anno). Dottor Janjani, cosa si intende per cataratta? “E’ un processo fisiologico di progressiva perdita di trasparenza della lente naturale contenuta nell’occhio, il cristallino, che porta a un calo della vista. E’ molto comune attorno ai 70 anni”. A cosa è dovuta? “C’è la cataratta dovuta all'invecchiamento e quella definita secondaria ad esempio da uso del cortisone, da trauma, da radiazioni”. I sintomi? “La cataratta non dà dolore. Si comincia a vedere ingiallito, abbagliato, a volte doppio, sfuocato”. Quali sono gli step della vostra azione? “All’inizio quando la vista è ancora buona si può correggere con gli occhiali. Quando questo non è più possibile bisogna intervenire chirurgicamente asportando il cristallino e sostituendolo con una nuova lente artificiale. E va detto chiaramente che la cataratta è un intervento serio, non banale”. Qual è la novità rispetto al passato? “Sono lenti speciali che si chiamano premium e che consentono di rendere il paziente indipendente dagli occhiali risolvendo l'opacità che impedisce una vista ottimale e correggendo contemporaneamente tutti gli errori visivi, quelli legati all’età come la presbiopia e quelli refrattivi. Tra l’altro anche chi non ha la cataratta può sottoporsi a questo intervento e correggere i difetti visivi”. Quali sono dunque gli ‘errori refrattivi’? “La miopia (quando l’occhio è più lungo del solito e serve una correzione per vedere da lontano), l’ipermetropia (l’occhio è più corto e si fatica a vedere sia da lontano che da vicino) e l’astigmatismo (un difetto della cornea che non fa mettere a fuoco)”. La cataratta richiede un ricovero in ospedale? “No, si fa in ambulatorio”. Se è necessario intervenire in entrambi gli occhi, come si procede? “Tecnicamente è possibile intervenire su tutti due gli occhi nella stessa seduta. Ma dipende dai casi”. Finito l’intervento? “Il paziente va subito a casa. Io non bendo l’occhio, consiglio solo di mettere gli occhiali da sole per i primi tre giorni. Lo faccio perché l’occhio ha bisogno di ossigeno e perché la palpebra fa già da benda. E’ chiaro che per i primi due-tre giorni il paziente vede male, ha bruciore, lacrima”. Parliamo dei difetti refrattivi indipendentemente dalla cataratta. Quando è consigliabile l’intervento chirurgico? “Intanto bisogna sapere quali sono le esigenze del paziente, come usa gli occhi. Se uno sta bene con gli occhiali, vada tranquillamente avanti così. All’intervento si arriva quando uno non ce la fa più”.