"Alberghi al palo senza il superbonus"

L’incentivo per la riqualificazione edilizia è stato stralciato dal Governo. Rinaldis: "In fumo la rigenerazione del settore"

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Maxi incentivi per ristrutturare le proprie attività e ripartire dopo il Covid. Ma non per gli hotel. Una doccia fredda, anzi gelata quella che ieri gli albergatori hanno vissuto. "Nonostante le tante rassicurazioni, persino quelle ripetute del ministro Massimo Garavaglia - premette Patrizia Rinaldis presidente Federalberghi Rimini - per gli hotel non ci sarà alcun superbonus 110%". Il superbonus, come dice la cifra (110%) consente di poter avviare una costosissima riqualificazione della struttura con adeguamento agli standard sismici attuali, godendo di agevolazioni che possono persino arrivare a superare la spesa sostenuta inizialmente. "Hanno inserito di tutto in quella norma, ma non gli hotel. Anzi, li hanno tolti. In questo modo hanno compromesso una rigenerazione del tessuto ricettivo turistico che sarebbe stata fondamentale per il futuro". Il provvedimento, senz’altro oneroso per le casse dello Stato, avrebbe dato tanto ossigeno "a imprese famigliari. Non dimentichiamoci che soprattutto il nostro turismo non è fatto da società di capitali, bensì da attività nate in famiglia. Alla luce della scelta fatta da questo Governo posso dedurre che alle tante parole spese sull’importanza del turismo, non seguono fatti. Un’amara constatazione. Avanti di questo passo, quel famose 13% del Pil addebitato al settore turistico, che tante volte abbiamo sentito pronunciare, difficilmente potrà rimanere tale. Mantengo ancora un po’ di fiducia, vedremo". Molta delusione anche nelle parole di Bruno Bianchini, presidente di Federalberghi Riccione. "L’estensione agli alberghi del superbonus era uno dei punti su cui Federalberghi nelle sue richieste durante ‘l’era covid’ aveva maggiormente puntato anche e soprattutto in ordine a quegli investimenti importanti e necessari in un periodo post pandemico ove le risorse private sarebbero state quasi nulle. Ed in effetti una prima stesura ricomprendeva anche gli hotel. Lo stesso ministro del Turismo si era speso in questa direzione. Poi più o meno magicamente il comma che riguardava gli Hotel e’ scomparso, dissolto nel nulla. Abbiamo passato gli ultimi 18 mesi ad ascoltare qualunque amministratore pubblico che sottolineava come il settore turistico fosse quello più colpito dalla pandemia. Tante belle parole ma alla riprova dei fatti arriva Mandrake e gli hotel scompaiono. Delusione, rabbia, disincanto ma anche incertezza dovuta a questi improvvisi e repentini cambi di opinione. Abbiamo ascoltato su tutti i media, i politici che si stracciavano le vesti per le presenti e future sorti del turismo, ma in mutande ci siamo rimasti noi. Vogliamo sperare che a questo errore venga posto rimedio con emendamento".

Andrea Oliva