Rimini, padre di famiglia accusa l'ex amante gay di tradirlo con sua moglie

Un giovane perseguita per mesi un parrucchiere: ora è a processo per stalking e lesioni

Un padre di famiglia a processo per stalking dopo aver picchiato l’amante gay

Un padre di famiglia a processo per stalking dopo aver picchiato l’amante gay

Rimini, 19 febbraio 2020 - Per anni ha avuto una relazione gay con un uomo, un parrucchiere riminese di 49 anni (assistito dall’avvocato Alessandro Pierotti) ma questo non gli ha impedito di sposarsi e di avere un figlio. Ma il ’triangolo’ è saltato quando il 37enne padre di famiglia (difeso dall’avvocato Matteo Paruscio) ha iniziato a sospettare che l’amante gay lo tradisse, con una donna, addirittura con sua moglie. E così il trentasettenne ha iniziato a minacciare e a perseguitare il suo spasimante parrucchiere, reo, ai suoi occhi, di preferigli una donna.

Inutili i tentativi dell’amante omosessuale di spiegare che a lui il mondo femminile non interessava affatto. Per il compagno ormai era diventata un’ossessione autentica l’idea dell’amante gay con sua moglie. Così erano iniziati i pedinamenti, le telefonate a tutte le ore del giorno e della notte e persino minacce di morte per mesi pur di riuscire a sorprendere l’ex.

Una sera il padre di famiglia, appostato sotto la casa del parrucchiere, è arrivato ad aggredirlo e a sferrargli un pugno in pieno volto. Al parrucchiere non era restato altro che denunciare l’ex amore omosessuale per stalking: era stato disposto un primo divieto di avvicinamento. Nonostante tutto, però le persecuzioni erano continuate senza sosta. Il pubblico ministero aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato del 37enne per stalking e lesioni personali.

E ieri mattina, durante l’udienza, il difensore dell’imputato, l’avvocato Paruscio ha presentato un certificato medico che attestava l’impossibilità per il suo assistito di presentarsi in aula. L’imputato, infatti, nelle scorse settimane sarebbe stato ricoverato a causa di una patologia psichiatrica. Nella prossima udienza, che si terrà il 28 aprile, è probabile che, in caso di nuova assenza dell’imputato, il giudice possa incaricare un perito di stabilirne la capacità di stare a giudizio.