Rimini, assicuratore deruba i clienti. Impiccato sotto un ponte in Puglia

Un commerciante: "Ho perso più di 350mila euro"

Una copia di clienti

Una copia di clienti

Rimini, 10 novembre 2018 - Bruno Salvi, 67 anni, ex titolare di una ferramenta a San Giuliano, aveva affidato a lui i risparmi di una vita. Conoscente l’agente della Compagnia di assicurazioni da 30 anni, e mai avrebbe immaginato che facesse sparire i suoi soldi. Quando è andato a chiederne la restituzione, ha scoperto che era stato trovato impiccato sotto un ponte, nella zona di San Giovanni Rotondo. Ma anche che le sue polizze non erano mai state registrate e che la compagnia di Cesena per cui l’agente lavorava non aveva mai visto i suoi soldi. Ora l’assicurazione sta cercando di quantificare il ‘buco’ fatto dall’agente e soprattutto se ci sono altri colpevoli da cercare. Nel frattempo Salvi, assistito dall’avvocato Cristiano Basile, sta cercando di riavere indietro i suoi soldi. Tutt’altro che facile e i tempi saranno lunghi. Senza contare il ‘giallo’ che ancora circonda la morte del suo assicuratore. 

Signor Salvi, da quanto tempo conosceva l’agente assicurativo?

«Da almeno trent’anni, e non era solo un agente ma anche una amico. Con lui avevo stipulato tutte le assicurazioni, da quelle dell’auto alle polizze vita per tutta la famiglia. Dalla fine del 2014 gli avevo dato oltre 350mila euro, investimenti nei quali avevo messo i risparmi di una vita. Siamo disperati, ora viviamo con la pensione di un commerciante, e non è granchè».

Quando ha scoperto quello che era successo?

«E’ stato a fine luglio (il necrologio è datato 26 luglio, ndr). Avevo bisogno di disinvestire un po’ di soldi per spese familiari, così l’ho chiamato al cellulare. Quando non mi ha risposto non mi sono preoccupato, ho pensato che fosse in vacanza. Così ho aspettato una settimana e ho riprovato, ma niente. A quel punto ho chiamato il suo ufficio e mi hanno risposto: «E’ morto di morte violenta».

Non ha cercato di saperne di più?

«Certo, ma ho scoperto solo che era stato trovato impiccato sotto un ponte, nella zona di San Giovanni Rotondo. Come e perchè sia andato lì nessuno lo sa, o se lo sanno non me l’hanno detto. Cero che è strano...».

Ma poi ha scoperto anche il resto...

«Purtroppo sì. Mi hanno detto che le mie polizze non erano state registrate, insomma non risultavano da nessuna parte. Io avevno dato gli assegni all’agente e li avevo intestati all’assicurazione, in qualche modo lui li aveva girati su un conto suo».

Ma come è stato possibile?

«Non lo so, e questo è un altro mistero. In teoria non avrebbe potuto, di fatto è successo e di certo i miei assegni sono stati riscossi».

Ci sono altri clienti che come lei hanno perso soldi?

«Sicuramente sì. Ma da quello che mi hanno detto stanno ancora cercando di quantificare il buco lasciato dall’agente, e soprattutto la Compagnia sta cercando di scoprire se ci sono altre persone coinvolte».

Qualcuno in una banca?

«Non lo so, ma è possibile visto la fine che hanno fatto quegli assegni».

Quanto è stato l’ultima volta che ha visto l’assicuratore?

«Dieci giorni prima che morisse. Era venuto a casa mia come sempre e in quell’occasione gli avevo accennato al fatto di ritirare un po’ di soldi. Lui mi aveva risposto che era meglio di no e mi ha dato qualcosa degli interessi».

L’ha visto agitato o preoccupato?

«No, mi sembrava il solito di sempre. Ma da quello che ho saputo sembra che i primi problemi cominciassero ad emergere».

Crede che si sia ucciso per questo?

«Non vedo altro motivo, anche se la sua morte non è chiara».

Ha qualche speranza di recuperare i suoi soldi?

«Spero di sì. Per fortuna ho tutte le carte, polizze e ricevute con l’intestazione della compagnia di assicurazioni. Adesso è tutto in mano del loro ufficio antifrode e stanno prendendo tempo per condurre le indagini. Ma noi di tempo non ne abbiamo molto, quelli erano tutti i nostri soldi...».