Sandra Sabattini beata, il fidanzato: "Era vicina ai poveri e ai bisognosi"

Guido, il fidanzato di allora, presente alla cerimonia di beatificazione. In processione portato l’unico resto mortale: un capello

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"Quella di Sandra era una spiritualità molto profonda, legata alla gioia di vivere, e dedicata ai poveri. Con particolare capacità di vedere le situazioni dall’alto, sopra l’ordinario". Lo ricorda Guido Rossi, l’ex fidanzato di Sandra Sabattini, che oggi presterà servizio come diacono alla cerimonia di beatificazione in Duomo. Sandra Sabattini sarà beatificata alle 16 nella Cattedrale di Rimini, dove saranno disponibili 1.200 posti a sedere, tra Duomo, sagrato, cortile della Diocesi e via IV Novembre, oltre a Sala Manzoni. La cerimonia di beatificazione della giovane discepola di don Oreste Benzi, fondatore dell’associazione Papa Giovanni XXIII, sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle cause di Santi, e potrà essere seguita anche dagli spazi esterni.

Il miracolo di Sandra Sabattini

Sandra sarà la prima "santa fidanzata" nella storia della Chiesa. Vicina a tutti quanti erano in difficoltà, è stata chiamata la santa della porta accanto. Nata il 19 agosto 1961 a Riccione da una famiglia cattolica praticante, fin da piccola aveva coltivato un rapporto di amore e di amicizia con Gesù, complice anche la vita in canonica a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo, retta dello zio don Giuseppe, fratello della mamma. Sandra era una persona normale, aveva un ragazzo, ma aveva scelto di mettere Gesù al centro della sua vita, aiutando i disabili, i poveri, i tossicodipendenti, gli ultimi. Era una ragazza solare, amava dipingere, suonare il pianoforte, correre sulle piste d’atletica. Si era iscritta alla facoltà di Medicina a Bologna, sognava di fare il medico missionario in Africa. Sandra Sabattini è morta a soli 23 anni, vittima di un incidente stradale. Erano le nove del mattino di domenica 29 aprile 1984. La giovane è a Igea Marina. Sta andando a un incontro nella Casa della Papa Giovanni. Insieme a lei ci sono Guido, il suo fidanzato - che aveva conosciuto nella comunità - e l’amico Elio. Appena scesi dall’auto Sandra e Elio vengono travolti da un’auto, sul lungomare. Sandra è colpita in pieno, catapultata sul cofano e scaraventata sull’asfalto. Accorre don Benzi, che entra nell’ambulanza, le tiene la bocca aperta perché non resti soffocata. Da Rimini, visto il danno cerebrale e le gravi condizioni, viene trasferita d’urgenza all’ospedale ’Bellaria’ di Bologna. Rimane in coma per tre giorni, muore il 2 maggio. Non aveva ancora compiuto 23 anni. "Io e Sandra siamo stati fidanzati per quasi 5 anni, dal 1979 al 1984 – racconta Guido Rossi, 61 anni, ingegnere e diacono dal 2012 della Diocesi di San Marino Montefeltro, sposato, due figli –. Frequentavo, come Sandra, la comunità Papa Giovanni. Don Oreste la conosceva benissimo, da quando veva iniziato a frequentare come operatrice, nel gruppo giovanile. Studiava Medicina, durante l’inverno seguiva la realtà dei tossicodipendenti nella prima fase, quella dell’accoglienza. Faceva colloqui con chi si avvicinata alla Papa Giovanni. In estate viveva in comunità terapeutica a Traviri, dove era incaricata da don Oreste quale garante dell’apertura. Sandrà è un esempio e un dono per la Chiesa". Due anni fa è stato Papa Francesco a promulgare il decreto di beatificazione, dopo che nel 2006 la causa era stata avviata da don Benzi, e dopo che la Congregazione delle cause dei santi riconobbe, a tutti gli effetti come un evento miracoloso, la guarigione dal cancro dell’ex presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.

Fu proprio don Oreste a pregare la Sabattini affinché Vitali sconfiggesse la malattia, invitando poi l’intera comunità Papa Giovanni XXIII a fare altrettanto.

Una serie di appunti scritti da Sandra in foglietti sparsi sono stati ordinati e raccolti nel libro "Il diario di Sandra". Un esempio di vita semplice ma al servizio degli alttri. Un insegnamento rivolto in particolare ai giovani e ai bambini, tanto che la sua storia è anche diventata un cartoon di sette minuti, ed è in corso di realizzazione un docufilm.

Mario Gradara