Confiscati beni per 700mila euro all’imprenditore in odor di camorra

Dagli inquirenti è ritenuto vicino al clan Mallardo, accuse che Francesco. D’Agostino ha sempre respinto

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Settecentomila euro. E’ questo il valore del patrimonio che gli uomini della Guardia di Finanza di Rimini insieme ai colleghi di Bologna hanno confiscato a Francesco D’Agostino, il noto imprenditore di 61 anni, originario di Giugliano, in provincia di Napoli, ma da tempo residente nel Riminese. Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale di Rimini, per l’esattezza dalla sezione misure di prevenzione. Per D’Agostino, che è difeso dall’avvocato Fabiomassimo Del Bianco, era stata richiesta dalla Dda la misura personale della ’sorveglianza speciale’, ma è stata rigettata in quanto non ritenuto ’socialmente pericoloso’ mentre è invece stata accolta la richiesta della confisca del patrimonio ad eccezion fatta di un appartamento di Riccione che è attualmente occupato da un ex familiare dello stesso D’Agostino. Quegli stessi beni, oggetto dell’attuale provvedimento del tribunale di Rimini, erano però già stati sequestrati: il provvedimento si era tramutato in confisca in seguito da una condanna subita dallo stesso D’Agostino e passata in giudicato dopo la sentenza della Cassazione. In questi ultimi giorni è stato, quindi, confiscato, come specifica l’avvocato Del Bianco, solo l’appartamento di Rimini. Le quote societarie di aziende, di cui una con sede anche a Gabicce mare, erano state, dunque, già sequestrate e confiscate grazie all’ultima sentenza degli ermellini. Al sequestro dei beni di D’Agostino i finanzieri erano arrivati attraverso la ricostruzione del suo curriculum, gravato da numerosi precedenti penali, tra i quali, bancarotta fraudolenta, estorsione, usura, abusivo esercizio di attività finanziarie. In più occasioni il suo nome era stato accostato a quello del clan camorristico dei Mallardo. L’informazione era arrivata agli investigatori grazie alle dichiarazioni fatte da un collaboratore di giustizia. Ma lo stesso D’Agostino aveva sempre rispedito al mittente queste accuse, negando ogni ’vicinanza’ alla camorra.

A far scattare l’attenzione su D’Agostino era stata anche la sua dichiarazione dei redditi: lui, che trattava pub, ristoranti e pizzerie, con un bel giro d’affari, dal 2008 al 2010 si era ’dimenticato’ di presentare la dichiarazione dei redditi. La sproporzione fra il reddito dichiarato pari a zero e il patrimonio immobiliare e mobiliare che erano riconducibili alla sua effettiva disponibilità era quanto mai evidente: da qui le indagini e lo scorso anno il primo sequestro. Poi, nei giorni scorsi è arrivata la confisca definitiva.