REDAZIONE RIMINI

Franco Basaglia rivive al teatro Astra: lo spettacolo dell'Accademia della follia

Un viaggio teatrale tra testi e testimonianze per celebrare Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia.

Un viaggio teatrale tra testi e testimonianze per celebrare Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia.

Un viaggio teatrale tra testi e testimonianze per celebrare Basaglia e la chiusura dei manicomi in Italia.

La rivoluzione di Franco Basaglia protagonista al teatro Astra di Bellaria. Stasera alle 21 l’Accademia della follia presenterà lo spettacolo Quelli di Basaglia... a 180 gradi, diretto da Antonella Carlucci. Un viaggio attraverso testi, interviste, poesie e testimonianze che ripercorrono la figura di Basaglia, a cui si deve la chiusura dei manicomi in Italia. Nel centenario dalla nascita dello psichiatra, la compagnia nata proprio nei locali dell’ospedale psichiatrico di Trieste, porta in scena il racconto dell’impossibile diventato possibile.

Un pezzo di teatro civile: che cosa porterete sul palco?

"Gli umori, le sensazioni e i timori di un Franco Basaglia che sta tentando di fare uscire i ‘matti’ dai manicomi, facendogli conoscere il mondo e soprattutto facendoli conoscere al mondo. Con il tempo si arriverà poi a raccontare questa apertura e i processi emotivi di reazione. Alla fine tutti erano perplessi, non si aveva ben chiaro cosa stesse facendo questo psichiatra".

Cosa rappresenta la follia per voi?

"Mi piace ripeterlo tutte le volte: noi siamo matti per mestiere e attori per vocazione. Un vademecum che ci ricorda ogni volta che la diversità non è inferiorità e su questo c’è ancora tanto lavoro da fare per sensibilizzare le persone".

Come si parla di disagio psichico nello spettacolo?

"La follia e il disagio sono trattati come uno stato umano e non come motivo di esclusione dalla società. Alla fine era ciò in cui credeva Basaglia e il tema della follia viene portato in scena attraverso le sue parole. La nostra compagnia è nata proprio all’interno dell’ospedale psichiatrico di Trieste. Era la fine degli anni ’70, Basaglia era appena arrivato in reparto. Di lì a poco le cose sarebbero cambiate... Basaglia aprì i manicomi italiani, apportando un contributo umano grazie con attività laboratoriali per impegnare i pazienti e portarli fuori dagli ospedali. Così è nata l’Accademia della follia".

Chi la fondò?

"Claudio Misculin, agendo in prima persona, coinvolgendo i pazienti attraverso un teatro di ricerca che negli anni è cresciuto, senza dimenticarsi mai delle sue cifre identitarie e soprattutto da dove è nato".

E oggi?

"Sono passati oltre quarant’anni e il laboratorio continua ancora nei locali del vecchio manicomio, grazie ad un progetto del dipartimento di salute mentale che in parte ci finanzia".