Gloria Lisi punta all’accordo con il M5s "Basta con gli uomini soli al comando"

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Le accuse del Pd non l’hanno toccata. "Non sono certamente il rancore o la ripicca i motivi che mi hanno spinto a candidarmi, lascio ad altri il fango e il veleno". Quella di Gloria Lisi, l’ex vice sindaco che ha deciso di correre da sola dopo il divorzio dal centrosinistra, sarà "una campagna elettorale all’insegna – promette lei – della sobrietà, dell’educazione e della gentilezza".

Gentilezza è la parola che ha usato più spesso ieri la Lisi, tenendo a battesimo la sede del suo comitato elettorale in piazzale Cesare Battisti, a due passi dalla stazione. Una quarantina di persone all’evento, nel corso del quale la Lisi ha presentato anche una delle prime iniziative elettorali: la maglietta con la scritta A so ad Remni ("Sono di Rimini", in dialetto) da un lato, e sull’altro la stessa frase tradotta in 14 lingue diverse. Perché "la nostra identità è importante, così come le tante comunità straniere che vivono nella nostra città". La vendita delle t-shirt servirà a finanziare la campagna elettorale, ma sono diversi i sostenitori che l’aiuteranno, tra cui l’imprenditore Bonfiglio Mariotti, anche lui ieri presente.

Durante l’inaugurazione della sede la Lisi ha anticipato alcuni temi del programma, in particolare quello rivolto ai giovani. "A Rimini tanti ragazzi ancora faticano a trovare la casa e il lavoro". E a proposito di giovani, "una delle liste sarà formata esclusivamente da ragazzi tra i 25 e i 30 anni, alla lprima esperienza in politica". Le altre liste sicure sono quella degli imprenditori, un’altra formata da sanitari e sportivi (la lista del ’benessere’) e infine quella con il suo nome. "Sono sicura – dice la Lisi – che otterremo grandi consensi". E il M5s? "Il dialogo con loro prosegue, sono fiduciosa. Io sono alternativa tanto al centrosinistra, che governa la città, tanto al centrodestra". Un centrodestra "diviso e ancora senza candidato", con cui "non trovo interlocutori". E poi la stoccata a Gnassi: "Non mi piace l’idea di chi si pone da solo al comando, come l’idea di assumersi meriti e critiche, successi e fallimenti in maniera individualistica. Bisogna lavorare di squadra e io la sto creando".