
Alessandro Nicolardi, assessore comunale al Bilancio
L’amministrazione comunale di Riccione porta il Comune di Rimini davanti al Consiglio di Stato. Sarà davanti ai giudici che si svolgerà l’ultimo atto della battaglia sul gas. In ballo c’è la rete sul territorio comunale. Un patrimonio che il Comune vuole vendere incamerando una somma considerevole così da alimentare le opere pubbliche previste in città. Ma il bando gestito dal municipio riminese per il bacino Atem (include l’intera provincia) risalente al 2020 e andato ad Adrigas del Gruppo Sgr, non teneva in conto la rivalutazione della rete riccionese, cosa che ha ridotto di molto le aspettative di incasso del Comune. La differenza è di quelle pesanti. La giunta Angelini vuole incamerare 12 milioni di euro in più, ed è convinta che ce ne siano le condizioni. Così ha dato mandato ai legali di proporre ricorso contro la sentenza del Tar dell’autunno scorso.
"In quella circostanza – spiega l’assessore al Bilancio Alessandro Nicolardi – i giudici avevano ritenuto inammissibile il ricorso per la tardività con cui era stato presentato, non entrando nel merito delle contestazioni che avevamo mosso. Questo perché il bando non era stato impugnato nei tempi successivi alla sua emissione, nel dicembre del 2020". Allora c’era un’altra amministrazione comunale che per altro nella seduta del comitato di monitoraggio Atem del 10 dicembre del 2020 approvò il bando in questione. L’attuale amministrazione vuole invece ribaltare l’esito della vicenda perché ritiene di essere stata danneggiata in modo pesante dai criteri presenti nello stesso bando. Questo perché è stato adottato il criterio Rab, regulatory asset base, secondo cui le reti riccionesi valgono 3 milioni di euro.
Il Comune ribatte che per bandi di questo tipo andava utilizzato un altro sistema, il Vir, Valore industriale residuo. Gli effetti sarebbero stati molto differenti visto che il valore della rete comunale sarebbe schizzato a 15 milioni di euro. Tanti denari che oggi alla giunta Angelini servono per spingere un programma di lavori pubblici ambizioso per gli anni a venire. "Riteniamo di poter dimostrare le nostre ragioni intervenendo nel merito delle cose – riprende l’assessore -. Quel bando è da annullare e ripresentare. Per altro è vigente anche un ricorso della seconda società classificata. Porteremo al Consiglio di Stato la documentazione a supporto di quanto stiamo dicendo". Se il Comune dovesse averla vinta, non solo cercherebbe di sfruttare un nuovo bando con valori ben diversi delle proprie reti, ma l’intero bacino Atem, dunque la provincia riminese e alcuni comuni tra Forlì e Cesena e nel pesarese, andrebbero nuovamente a bando.
Andrea Oliva