"Il killer era incapace di intendere e volere"

La perizia su Raffaele Fogliamanzillo che massacrò la moglie con undici coltellate. I familiari della vittima si oppongono

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Quando ha ucciso la moglie colpendola con 11 coltellate Raffaele Fogliamanzillo "non era capace di intendere e volere". E’ la conclusione a cui è giunto il professor Renato Ariatti, lo psichiatra a cui la Procura ha affidato la perizia sul 62enne che, il 22 aprile scorso, ha massacrato la moglie Angela nella casa di via Portogallo. Secondo Ariatti l’assassino soffre di un disturbo psichico grave. È un paranoico, delira, ha manie persecutorie, soffre di disturbi della personalità e "non ha la consapevolezza" di essere un malato mentale. Ariatti termina la sua perizia definendo Fogliamanzillo "un soggetto socialmente pericoloso". Ma nonostante i problemi psichici, secondo il consulente della Procura "è in grado di partecipare al procedimento".

Queste le conclusioni durante l’incidente probatorio, tenutosi ieri nella nuova udienza davanti al gup Raffaella Ceccarelli. La perizia ricorda come Fogliamanzillo fosse in cura già da molto tempo per i suoi disturbi mentali. Più volte la moglie Angela era stata costretta a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, a causa dei comportamenti violenti del marito. Per questo la famiglia aveva già disposto, in accordo con i medici, il suo ingresso in una struttura clinica. La sera del 22 aprile, pochi giorni prima di essere ricoverato, l’ennesima lite tra Fogliamanzillo e la moglie è sfociata nella tragedia. Lui era convinto che lei lo tradisse e ha infierito sulla donna colpendola con 11 coltellate. Una di queste le ha quasi staccato la testa. Nella casa quella sera c’erano che i due nipoti della coppia, di appena 3 e 7 anni: per fortuna non hanno visto nulla.

Ieri gli avvocati Aidi Pini e Milena Montemaggi, che assistono i figli e la nipote (si sono costituiti parte civile al processo) hanno chiesto e ottenuto di nominare un consulente di parte. L’incidente probatorio dunque non è chiuso: ci sarà un’altra perizia, commissionata dai legali dei familiari della vittima. L’obiettivo è dimostrare che Fogliamanzillo non era completamente incapace di intendere e volere la sera dell’omicidio. "Vogliamo andare fino in fondo – assicurano i legali – Chiediamo giustizia per i familiari della vittima". Nel frattempo Fogliamanzillo (che è difeso dall’avvocato Viviana Pellegrini) rimane in carcere. Si trova di nuovo ai ’Casetti’, dopo una breve parentesi presso il carcere di Forlì. Nei vari colloqui con i medici e gli psichiatri che l’hanno visitato, Fogliamanzillo è apparso come una persona gravemente disturbata. Secondo i figli invece il padre reciterebbe il ruolo della vittima, per non riconoscere le sue colpe.

Manuel Spadazzi