
La leggenda della pubblicità aerea. I ragazzi dei Piper non volano più: "Abbattuti da social e canali tv"
I ragazzi dei Piper non volano più. O quasi. Non parliamo della leggendaria discoteca capitolina: i Piper in questione sono gli aerei ultraleggeri che per oltre mezzo secolo, a un’ora prestabilita, in genere tra le 11 del mattino e mezzogiorno, hanno volato sulle spiagge trascinando maxi-striscioni pubblicitari in coda. E hanno letteralmente ‘bombardato’ il litorale riminese e romagnolo lanciando gadget, buoni omaggio e giocattoli appesi a minuscoli paracadutini. Lanci attesi da bambini e teen agers come l’arrivo di Babbo Natale, che in quel caso non sbarcava il 25 dicembre ma tutti i santi giorni dell’estate, salvo maltempo, scatenando autentiche lotte tra giovani (e non solo) vacanzieri giunti in qualche caso a darsele di santa ragione. "Ed è stato quello uno dei motivi per i quali poi le autorità preposte hanno vietato la pratica dei paracadute giocattolo – spiega Francesco Tropeano, amministratore di Volitalia Jets and Elicopters -: oltre ai rischi per l’incolumità dei bagnanti c’erano anche problemi legati all’inquinamento delle acque, visto che non sempre tutti i paracadute, che erano di plastica, come i gettoni e gadget, venivano recuperati. E nel caso di lancio di petali, c’era il rischio che il giardiniere dimenticasse nel sacco le forbici, e finissero lanciate pure quelle". Drasticamente ridotta la flotta degli ultraleggeri dediti alla pubblicità aerea, gli emuli in versione consumistica di Gabriele D’Annunzio che, a cavallo della Grande Guerra, inondò di volantini tricolore inneggianti alle glorie italiche le linee nemiche, prima Trieste e poi Vienna. Negli anni del primo boom economico uno solo dei tanti operatori degli spot celesti, la Transavia di Bresso, contava su una quarantina di Piper. Oggi quel che resta di quel mercato è in mano, sul territorio nazionale, a un pugno di operatori, con una dozzina di velivoli, quasi tutti Piper Pa-18. Resta lo stesso il palcoscenico delle esibizioni, limitate ai maxi-striscioni trascinati in coda: le spiagge di Romagna, Veneto, Marche e quelle tirreniche. La mattina del 23 agosto scorso i bagnanti del Riminese si sono visti sfilare in cielo un Piper con agganciato uno striscione con la scritta "Alessia ti amo, mi vuoi sposare?" E un cuore disegnato (l’arcano, per così dire, è stato poi chiarito su queste colonne). Solo pochi dopo, il 27 agosto, invece un messaggio misterioso: "Benedetto XVI era in sede impedita", per dire che il Papa sarebbe stato messo a una sorta di confino. A luglio altra dedica al pontefice morto il 31 dicembre 2022, sui cieli dei litoranei laziali: "Benedetto XVI non ha mai abdicato". "Non siamo stati noi a gestire questi ultimi due striscioni – continua Tropeano -. Invece è a noi di Volitalia che il signor Riccardo Viaggi ha commissionato quello dedicato alla fidanzata Alessia Trentini, per chiedere in sposa". Al costo di 2.500 euro, anello a parte. Ma vuoi mettere? "Noi operiamo sul mercato da vent’anni – continua Tropeano -. Il motivo per cui si è così ristretto sta verosimilmente nella proliferazione esponenziale, rispetto al periodo d’oro degli anni Sessanta, all’inizio delle tv e delle radio ‘libere’, con i loro importanti carichi pubblicitari, e in seguito dal web e dai social, anche questi veicoli di promozione, come sappiamo, molto importante. Sono convinto però che noi del settore dovremmo fare di più per farci conoscere. Oggi tanti non sanno neppure che si può fare pubblicità aerea. Che, lo dico sempre, ‘fa leggere anche chi non sa leggere’. Perché incuriosisce, e ogni bagnante, anche se non riesce a decifrare subito la scritta, ne chiede conto al vicino di ombrellone". "I nostri aerei per la riviera – chiosa l’amministratore di Volitalia – stanno nei piccoli aeroporti di Fano e Grado, con piste preparate dove non c’è traffico commerciale e dove aggiorniamo gli striscioni secondo la commissione del cliente. Ci sono due tipologie: per i privati e per le aziende. Questi ultimi hanno dimensioni maggiori e vengono acquistati dal committente. A Rimini due anni fa l’abbiamo fatto per Le Befane".