Rimini, 7 settembre 2023 – Ci risiamo: a distanza di otto mesi dall’ultimo colpo, le lavanderie self-service della provincia di Rimini sono tornate ad essere un bersaglio per i malviventi. Due i blitz messi a segno in poche ore, il primo nel pomeriggio di martedì alla lavanderia di via Di Mezzo, a Rimini, il secondo attorno alle 3 di notte di ieri a Verucchio. In entrambi i casi, il modus operandi appare quasi identico, tanto da far sospettare che dietro possa esserci la mano di una stessa persona. Un uomo a volto scoperto, utilizzando arnesi da scasso, avrebbe forzato le gettoniere automatiche per fare razzia di monete e contanti.
A Verucchio, per poter raggiungere più agevolmente il suo obiettivo, il ladro avrebbe aperto un buco nella parete in cartongesso e prima di allontanarsi con il bottino avrebbe anche asportato il registrato dell’impianto di videosorveglianza. Le lavanderie colpite sono gestite dallo stesso titolare, che ha presentato denuncia ai carabinieri i quali hanno avviato immediatamente le indagini. Serpeggia la preoccupazione tra i titolari delle lavanderie self-service di Rimini e del circondario, che temono una nuova escalation di furti dopo quella avvenuta alla fine dell’anno scorso.
Una escalation che era stata interrotta il 21 dicembre del 2022 dagli agenti in borghese della squadra mobile di Rimini, diretti dal vice questore aggiunto Dario Virgili, che avevano arrestato in flagranza un 32enne italiano, sorpreso mentre tentava di manomettere la gettoniera nella lavanderia self-service di via della Fiera utilizzando uno scalpello.
Gli investigatori lo stavano tenendo d’occhio già da parecchio tempo, sospettando che potesse essere in qualche modo collegato ad una quindicina di furti ai danni di altrettante lavanderie che si erano consumati nelle settimane precedenti, tra la Valmarecchia, Marebello, Viserba e Miramare.
Colpi che si erano svolti seguendo sempre uno schema prefissato, con l’autore che aveva assalito i macchinari per la distribuzione dei gettoni armato con piccoli arnesi da scasso come cacciaviti e un piede di porco, prima di allontanarsi a piedi dalla scena del crimine. Alcuni colpi erano andati a vuoto, mentre altri avrebbero fruttato dai 200 agli 800 euro in contanti ciascuno, almeno stando alle denunce presentate dai titolari. Difeso dall’avvocato Ninfa Renzini, il 32enne sta ora scontando la sua pena con i lavori socialmente utili.
Lorenzo Muccioli