Le telecamere non risolvono il mistero Nessuna traccia del killer del giardiniere

Ancora senza movente l’assassinio del 74enne filippino: si indaga sui 15 minuti di buio prima del brutale accoltellamento

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Quindici minuti. È il tempo trascorso tra l’ultima volta che Galileo Landicho è stato inquadrato da una telecamera, e il brutale omicidio del 74enne filippino, avvenuto domenica scorsa alla fermata dell’autobus davanti alla stazione dei treni. Quindici minuti di buio che forse potrebbero chiarire il movente di un delitto che fino a questo momento appare del tutto inspiegabile. Tanto che gli inquirenti non escludono, tra le varie ipotesi, quella di un gesto compiuto da un folle. I poliziotti della squadra mobile, diretta dal vice questore aggiunto Mattia Falso e coordinata dal sostituto procuratore, hanno già sentito diversi testimoni e stanno passando al setaccio le telecamere della zona. Operazione, quest’ultima, più complicata del previsto, visto che i dispositivi presenti nel piazzale non sono poi molti, e inquadrano solo da molto lontano la pensilina dove è avvenuto l’accoltellamento. Si indaga anche sulla cerchia dei parenti del giardiniere residente a Villa Verucchio, così come sul suo passato, ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti, a cominciare dal motivo che ha mosso la mano del killer. Gli inquirenti sono comunque riusciti a ricostruire, in modo abbastanza dettagliato le ultime ore di vita del 74enne.

Domenica mattina Galileo Landicho esce di casa e, come suo solito, prende l’autobus che da Villa Verucchio lo porta fino a Rimini. Va a messa, poi verso l’ora di pranzo partecipa ad una festa in casa di amici, insieme ad altri connazionali filippini. Nel tardo pomeriggio, sale in macchina con un’amica che lo accompagna fino in stazione, dove deve prendere l’autobus del ritorno. Landicho è in anticipo, così per ingannare il tempo decide di farsi un giro nei dintorni. Si ferma in un bar e beve qualche birra. Fa tappa anche in tabaccheria per controllare una schedina del Superenalotto e comprare un gratta&vinci. Le telecamere lo inquadrano varie volte mentre percorre via Dante. L’ultima inquadratura risale grossomodo alle 19. Il filmato mostra il 74enne mentre attraversa la strada per dirigersi alla pensilina. Da quel momento in poi gli occhi elettronici lo perdono di vista. L’ora del decesso è stata fissata alle 19.15. Cos’è successo in quei quindici minuti? Landicho ha incontrato qualcuno? Ha avuto una discussione?

Sta di fatto che verso le 19.15 sta aspettando l’autobus, appoggiato con la schiena ad un palo. L’assassino lo coglie di sorpresa, aggredendolo alle spalle con una lama, fose un pugnale. Un solo fendente, dall’alto verso il basso, che gli trapassa la giugulare. Il filippino lascia partire un urlo. Probabilmente non si rende nemmeno conto di quello che sta succedendo. Si accascia e nel giro di pochi secondimuore dissanguato. Il borsello, con dentro portafogli, documenti e cellulare, viene lasciato lì, accanto al cadavere: circostanza quest’ultima che porta ad escludere l’ipotesi della rapina finita male. Le zone d’ombra restano comunque tante, troppe. Forse qualche risposta potrà arrivare dall’autopsia, il cui risultato è atteso per oggi.

Lorenzo Muccioli