CronacaOmicidio a Rimini, uccide la ex a colpi di mattarello: "Ora non parlerà più male di me"

Omicidio a Rimini, uccide la ex a colpi di mattarello: "Ora non parlerà più male di me"

Cristina Peroni, 33 anni, era mamma di un bimbo di 5 mesi che era in casa durante la mattanza. Arrestato Benedetto Simone Vultaggio, 47 anni

Rimini, 25 giugno 2022 - Si chiamava Cristina Peroni, aveva 33 anni ed era di Rimini ma soprattutto era la mamma di un bimbo di appena 5 mesi: è lei l'ennesimo nome nella lista dei femminicidi che macchiano la coscienza di un Paese che non sa mettere la parola fine a queste continue barbarie.

Aggiornamento Nessuna pietà per Cristina Peroni: massacrata con 30 coltellate - Il padre del killer: "Temeva di non vedere più il figlio"

L'orrore si è consumato intorno alle 8,30 di mattina, in un appartamento di via Rastelli a Bellariva di Rimini. Cristina è stata masacrata a colpi i mattarello dall'ex comagno, Benedetto Simone Vultaggio di 47 anni, che l'ha finita con fendenti di coltello alla gola. Il tutto mentre in casa c'era anche il bimbo.

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Le urla strazianti

A dare l'allarme sono stati i vicini di casa che hanno sentito le urla strazianti. Hanno quindi bussato al campanello finché l'uomo, impiegato nell'azienda Colombini mobili a San Marino, ha aperto. Immediato l'allarme anche alla polizia che è intervenuta subito ma per la donna non c'era più nulla da fare.

Secondo le testimonianze dei vicini, i due avevano litigato per il figlio. La ragazza avrebbe avuto il tempo di urlare, di chiedere aiuto e di implorare al compagno di calmarsi. Ma non c'è stato nulla da fare. Dopo l'omicidio l'uomo è uscito in strada sporco di sangue dicendo: "Il bambino sta bene. Ora lei non potrà più parlargli male di me". 

Sangue ovunque

Al momento dell'arrivo degli agenti, l'uomo, che presentava sul volto e sul corpo il sangue della vittima, era seduto nella sala da pranzo, mentre la donna era riversa in terra in una pozza rossa nella camera da letto. Assieme agli uomini della Mobile è arrivato anche il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, titolare delle indagini, e la Scientifica.  Vultaggio è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario. Il figlioletto è stato preso in custodia dalle forze dell'ordine.

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L'orrore

Secondo quanto emerso dai rilievi, Vultaggio avrebbe sfondato il cranio dell'ex con un mattarello, poi avrebbe infierito con un coltello alla gola e avvolto il corpo della donna in un lenzuolo. La donna è stata trovata morta in camera da letto, mentre il figlio della coppia - appena 5 mesi - era in sala. Il bambino non avrebbe corso alcun pericolo.

Il bimbo

Il piccolo si trovava in sala da pranzo e secondo gli inquirenti non avrebbe mai corso alcun rischio. Affidato alle cure della nonna paterna, è stato visitato e non presenta segni di traumi, almeno dal punto di vista fisico. Solo una traccia di sangue sulla maglietta, probabile macchia da contatto col padre che dopo aver ucciso la compagna l'ha toccato o preso in braccio.

Le liti

La furibonda lite finita in tragedia sarebbe scaturita da pregressi dissidi relativi alla gestione del figlio di alcuni mesi, che il padre non vedeva da qualche tempo. La vittima, infatti, era tornata a Rimini da Roma da circa una settimana, dopo aver lasciato il compagno per alcuni problemi nati all’interno della coppia, anche se non risultano segnalazioni o denunce di alcun tipo, né interventi all’interno dell’abitazione.

I due si erano conosciuti circa un anno fa e mezzo fa, durante il lockdown, su un sito di incontri. Poco dopo la decisione di andare a vivere assieme e di fare un figlio. Ma la favola non era durata. "Mio figlio era arrivato al punto di dover chiedere il permesso di prendere in braccio il bambino - ha raccontato tra le lacrime Enzo, genitore di Simone Vultaggio - lei poi era già andata via una volta di casa, e il bimbo lo vedeva solo nel fine settimana. È un gran lavoratore, mio figlio, ma negli ultimi tempi era nervoso, ma aveva iniziato a chiedere aiuto andando da uno psicologo". Un paio di mesi fa aveva iniziato un percorso seguito dal servizio di igiene mentale dell'Ausl di Rimini.

Il silenzio del killer

L'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal contesto familiare. Portato negli uffici della Squadra Mobile per rispondere alle domande del pubblico ministero, si è chiuso in un profondo silenzio. "Al momento non posso dire se il mio assistito abbia consapevolezza del fatto - ha detto l'avvocato Buzzoni - spero però che capisca subito cosa ha fatto e che collabori con le Forze dell'Ordine. Per ora attendiamo l'interrogatorio di garanzia".