"Personale decimato dal virus Nel mio hotel faccio la segretaria"

La presidente dell’Aia Patrizia Rinaldis: "Più delle disdette preoccupano le assenze dei dipendenti. Io mi sono arrangiata da sola, molti colleghi arruolano familiari e amici per sostituire chi è casa"

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"Ho uno dei cuochi a casa con il Covid: mi aiutate a trovarne un altro già per oggi?". "Mi si è ammalato il cameriere, avete qualche nominativo?". Di telefonate così all’associazione albergatori di Rimini ne arrivano ogni giorno, a decine. Con i casi di positività in forte aumento, il problema del personale malato e costretto alla quarantena sta mettendo sempre più a dura prova gli hotel, e anche i ristoranti. "È un continuo, ormai. Ci preoccupano più i problemi legati al personale che le disdette dei turisti", allarga le braccia Patrizia Rinaldis, la presidente dell’Aia.

Quanti hotel sono in sofferenza perché a corto di personale causa Covid?

"È difficile fare stime, ma sono veramente tanti. Anche nel mio hotel abbiamo avuto problemi".

Intende che ha dei dipendenti contagiati?

"Una segretaria della reception è a casa con l’influenza e ha altri sintomi del virus. Sospetta di avere il Covid, anche se il primo tampone è risultato negativo".

Come avete risolto? Siete già riusciti a sostituirla?

"Abbiamo risolto così: che da ieri ci sono a fare la segretaria, dalle 6,30 del mattino fino al pomeriggio. Non sono un’eccezione. So di altri colleghi hanno dovuto sostituire i dipendenti malati per Covid nelle loro mansioni. Molti hanno ’arruolato’ i familiari per affrontare le assenze. Perché poi il problema è che non si trova il personale. Era già un’impresa trovarlo a inizio stagione, figuriamoci ora".

L’aumento di casi e quarantene che impatto sta avendo sui turisti: ci sono molte disdette?

"Le disdette ci sono, ma non sono tante e ancora non ci preoccupano. Perché la maggioranza di chi è costretto a disdire a causa del Covid non annulla la vacanza, ma semplicemente la posticipa. Stiamo facendo un monitoraggio con gli associati, quasi tutti ci dicono che chi è stato costretto a rinunciare al soggiorno per colpa del virus l’ha già riprogrammato per un altro periodo. Non c’è una psicosi. A tutti i nostri associati, chiediamo di essere più prudenti e accorti".

In che modo?

"Anche se non c’è più l’obbligo di mascherina, chiediamo a tutti gli albergatori di farle indossare ai propri dipendenti".

Manuel Spadazzi