Un taglio alle attese. La Regione chiede 320mila visite in più. Carradori: "Ecco come"

Il direttore generale dell’Ausl fa il punto sulle liste: "Siamo tornati a produrre 4,5 milioni di prestazioni all’anno. Per crescere ancora prevediamo compensi extra, nuove assunzioni e l’aiuto del privato".

Un taglio alle attese. La Regione chiede 320mila visite in più. Carradori: "Ecco come"

Un taglio alle attese. La Regione chiede 320mila visite in più. Carradori: "Ecco come"

Trecentoventimila prestazioni erogate in più all’anno per dare un taglio alle liste d’attesa. È lì che la Regione Emilia–Romagna ha fissato l’asticella per l’aumento di produzione da parte dell’Ausl Romagna per far fronte ai lunghi tempi d’attesa che ingolfano l’adempimento soprattutto delle visite mediche specialistiche. Un incremento, quello di 320mila prestazioni su base annua, "a fronte del quale abbiamo già presentato un piano che in parte verrà assicurato dalle risorse interne e, in altra parte, dovrà essere alimentato dalla quota di trasferimenti su quel totale da 30 milioni che la Regione ha annunciato sarà destinato al taglio delle liste d’attesa". Parla chiaro il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori.

Ma direttore, ad oggi qual è il volume di lavoro sul territorio e qual è il delta rispetto al passato?

"A oggi la nostra Azienda si trova a produrre 4,5 milioni di prestazioni specialistiche a un ritmo di quattro volte superiore rispetto alla popolazione di circa 1,25 milioni di cittadini che ci troviamo ad assistere".

Eppure lo sforzo non sembra bastare.

"Diciamo che ci troviamo a fronteggiare dal punto di vista dei tempi d’attesa un problema di portata internazionale e condiviso da tutti i Paesi che come il nostro hanno un sistema sanitario avanzato.".

Facendo un confronto, in quale condizione si trovano Rimini e la Romagna in generale?

"A Rimini abbiamo un eccellente risultato per quanto riguarda l’attività chirurgica, che è aumentata in modo importante. Qui le liste d’attesa sono davvero molto contenute. Il problema si presenta di più per le visite specialistiche appunto, dove sebbene siamo riusciti a recuperare il terreno perso in prestazioni dopo Covid e alluvione, il ritmo all’altezza del 2019 comunque non basta".

Dove si riscontrano le maggiori criticità e ritardi nell’erogare le prestazioni?

"Le difficoltà ci sono prevalentemente in ambito oculistico e per quel che riguarda le visite in cardiologia, pneumologia e poi anche prestazioni diagnostico-strumentali come indagini endoscopiche, per cui ad esempio entro fine anno apriremo una nuova sala ad hoc all’ospedale di Riccione. In generale dobbiamo in questo caso finire di riassorbire le difficoltà in ambito diagnostico (tac e risonanze magnetiche) scontate per i danni dell’alluvione".

Non è sufficiente perciò aumentare la produzione?

"Non è così semplice. Rispetto al 2019 il privato accreditato per esempio ha già avuto un aumento della produzione specialistica strumentale a due cifre percentuali. E il pubblico è tornato a quota 16 milioni di prestazioni, considerando quelle di laboratorio".

Ma se lo sforzo allora è già ai massimi, qual è il piano aziendale per raggiungere la richiesta di ulteriori 320mila visite specialistiche per tagliare i tempi d’attesa?

"Come Ausl Romagna agiremo chiedendo una maggiore produzione ai nostri colleghi, ricorrendo quindi alla remunerazione dell’attività integrativa che richiediamo. Non solo, commissioneremo maggiori prestazioni anche attraverso più assunzioni, per cui però il problema resta quello di trovarli, i medici da assumere. Poi, ovviamente, laddove come probabile la produzione pubblica non riuscirà più, allora per soddisfare l’aumento di volume richiesto abbiamo già chiesto uno sforzo in più al privato accreditato".