Guerra dei vaccini: casi di pertosse in aumento

L’allarme degli specialisti: "Epidemia in agguato"

Un bambino viene vaccinato, in una immagine di archivio

Un bambino viene vaccinato, in una immagine di archivio

Rimini, 22 ottobre 2015 - In forte aumento i casi di pertosse nel Riminese e in tutta l’area romagnola a causa delle diminuzione delle vaccinazioni. In alcune zone, nel corso del mese di settembre, si sono registrati fino a sette casi in soli venti giorni.

«Registriamo una crescita di bambini che si ammalano da circa un anno e mezzo a questa parte – afferma Massimo Farneti, responsabile settore vaccinazioni per l’Ausl Romagna –. Il problema è il forte calo di vaccinazioni per questa malattia nei confronti di un virus che è bene presente e che si sta rafforzando. Abbiamo notato che la fascia di età più colpita è quella dei bambini delle elementari e medie, dove la copertura si abbassa decisamente».

Il vaccino della pertosse è uno di quelli non obbligatori ma fortemente raccomandati, considerata la potenziale pericolosità del virus. Ma è anche uno di quelli che, nel Riminese, registra percentuali veramente basse per quelli che sono i parametri indicati anche dalla Regione affinché il virus non arrivi a ondate pandemiche: al ventiquattresimo anno di vita la percentuale di bimbi vaccinati è dell’88 per cento contro la media regionale che è del 95.

Continuano a scendere la copertura vaccinale dei bimbini ci sono due grandi rischi, come hanno evidenziato gli studiosi dell’Università Bicocca di Milano, in un recentissimo studio: il primo è il possibile ritorno di malattie considerate ormai del passato, come la polio; il secondo è che si perda l’immunità di gregge, ovvero la protezione di cui gode la popolazione grazie al fatto che i suoi membri sono stati vaccinati.

Nel 2014, come hanno spiegato gli esperti, il tasso di copertura vaccinale è sceso al di sotto del 95 per cento per patologie come la poliomielite, il tetano, la difterite, l’epatite B e la pertosse. Per morbillo, rosolia e parotite il livello è ancora più basso, all’86,6 per cento mentre per il meningococco C è sceso al 74,9.

Nell’area di Romagna, il dottor Farneti, annuncia la possibilità di attuare la metodologia già usata negli Stati Uniti e in Inghilterra: vaccinare le madri quando attendono il bambino. Naturalmente la proposta dovrà essere valutata e se si attuerà, sarà a livello sperimentale in una determinata zona. A seconda della risposta potrebbe poi essere ampliata a tutta l’area di competenza dell’Ausl di Romagna.