Rimini, 16 maggio 2024 – La domanda non è cosa può fare, ma "cosa non può fare". Perché "il numero di funzioni di Alexa cresce di giorno in giorno e non è quantificabile. Sta stupendo anche noi…". Da quando è sbarcato in Italia, nel 2018, l’assistente vocale di Amazon è stato usato più di 30 miliardi di volte. E nella sola Emilia-Romagna gli utenti sono già quasi 800mila, con oltre 560 milioni di interazioni solo nel 2023. A dirigere il team italiano di Alexa è proprio un romagnolo, Giacomo Costantini, riminese di 36 anni, una laurea in economia e un’altra in international management, entrato in Amazon nel 2015.
Quanto è stato difficile impostare Alexa per rispondere ai comandi degli utenti in un paese come l’Italia, caratterizzato da tanti dialetti e da forti differenze linguistiche e di accenti?
"È stata una delle sfide principali. Per fare due esempi concreti, in Toscana si dice ‘spengere’ anziché ‘spegnere’, mentre in Romagna la ‘z’ e la ‘s’ hanno suoni completamente diversi rispetto al resto dell’Italia… Ecco perché abbiamo dovuto insegnare ad Alexa la storia, la cultura, le tradizioni e i modi di dire locali. Abbiamo coinvolto linguisti, esperti di economia, del sociale. E prima di lanciare il prodotto, abbiamo fatto tanti test con colleghi, amici e familiari in tutta Italia".
Ma davvero ora capisce tutto?
"La sua capacità di comprensione è una sorpresa continua. C’è stato un grande lavoro preparatorio. Alexa è uno dei primi prodotti dell’intelligenza artificiale sviluppato da un team multidisciplinare, formato non soltanto da ingegneri e sviluppatori".
Quali sono gli usi più frequenti? Insomma: che cosa si chiedo soprattutto ad Alexa?
"Tra le funzioni più richieste ci sono la sveglia, il timer, i promemoria. Ma tantissimi usano Alexa anche per ascoltare le canzoni preferite e la radio, grazie anche alle ’app’ sviluppate da parti terze. Solo in Emilia-Romagna l’anno scorso le interazioni legate alla musica sono state 185 milioni. In crescita anche gli utenti che la impiegano per fare la lista della spesa, per preparare ricette, e per far funzionare la ‘casa smart’, come spegnere e accendere luci e impostare elettrodomestici".
Un assistente vocale che sta diventando anche una compagna di casa. Secondo una ricerca dell’Università Cattolica, il 62 per cento degli anziani intervistati ha dichiarato di sentirsi «meno solo» grazie ad Alexa. Diventerà uno strumento per le case di riposo?
"È una delle frontiere a cui stiamo lavorando di più. Abbiamo già aggiunto specifiche funzioni per le case di riposo e gli hotel, ma vogliamo implementarle, perché crediamo che Alexa possa essere molto utile alle persone della terza età, specie per chi vive solo o in strutture".
Vale anche per i bambini? Alexa come compagna di giochi e studi?
"L’idea è quella. Rendere Alexa una sorta di tutor, per aiutare i bambini a studiare, a fare i compiti, ma anche ad ascoltare musica e a divertirsi. Già oggi è possibile ascoltare tutti i brani dello Zecchino d’oro e altri, accedere a molti altri contenuti ideati per i più piccoli. C’è un sistema che fa da filtro e consente ai bambini di interagire in piena sicurezza con Alexa".
Una sorta di maestra e babysitter virtuale. Quindi Alexa, nel mondo reale, sarebbe una donna?
"In realtà il suo genere sarebbe neutro. Il suo nome è ispirato ad Alessandria d’Egitto, dov’era custodita la più grande e ricca biblioteca del mondo".
Anche Alexa ha i suoi problemi: tanti utenti insoddisfatti la coprono di insulti. Come reagisce?
"Di fronte agli insulti non si scompone, anzi… Le abbiamo insegnato a rispondere sempre in maniera intelligente e garbata. Dall’8 marzo di quest’anno l’abbiamo impostata anche per spiegare agli utenti, attraverso le parole di Action aid, come la violenza verbale spesso può sfociare in quella fisica e sessuale. Tramite Alexa, cerchiamo di sensibilizzare le persone con i messaggi giusti".