Rovigo, dimissioni sindaco Gaffeo: petizione contro i dissidenti del Pd

Dopo l’addio del primo cittadino, guerra di veleni in maggioranza. "Credo che una cosa del genere sia un vulnus della democrazia, il dissenso non può trasformarsi in gogna"

La consigliera del Pd Nadia Romeo con il primo cittadino Edoardo Gaffeo

La consigliera del Pd Nadia Romeo con il primo cittadino Edoardo Gaffeo

Rovigo, 3 maggio 2021 - E adesso è guerra aperta nel Pd. Dopo la bocciatura della mozione sul nuovo tribunale che ha portato alle dimissioni del sindaco Edoardo Gaffeo, è stata lanciata dai cittadini di Rovigo – così si legge – sul web e sui telefonini una petizione con la richiesta di dimissioni dei cinque consiglieri che nel drammatico consiglio comunale di giovedì scorso hanno votato contro affossando la maggioranza. Nella bufera sono finiti il capogruppo Nello Chendi, Giorgia Businaro, Nadia Romeo, Caterina Nale e Margherita Balzan. La petizione gira da due giorni e ieri pomeriggio alle 15 è arrivata a 759 firme con l’obiettivo dichiarato di arrivare a 1000. Nella foto a corredo della petizione si vede un montaggio con al centro l’immagine del segretario nazionale del partito, Enrico Letta, e attorno le foto di Chendi, Romeo, Businaro e Balzan.

"Questi cinque consiglieri – si legge nel testo della petizione – non rappresentano più la volontà della maggioranza degli elettori di Rovigo che hanno votato Edoardo Gaffeo: si dimettano". Segue la cronistoria della bocciatura della mozione. "La mozione presentata dalla civica ‘Per Rovigo perché cresca felice’, dal Forum dei cittadini e parte del Pd – si legge – intendeva limitare l’edificabilità in area ex questura. Non escludeva l’ipotesi dell’ex caserma Silvestri, non escludeva la soluzione tribunale diffuso così come l’ex banca d’Italia. L’unica soluzione rimandata al mittente sarebbe quella di innalzare metri cubi di cemento tra vicolo Donatoni e via Sacro Cuore".

L’iniziativa ha innescato la reazione dei cinque interessati che ora meditano sul da farsi. "Ci stiamo confrontando – afferma Nadia Romeo, presidente del consiglio comunale –. Credo che un cosa del genere sia un vulnus della democrazia, il dissenso non può trasformarsi in gogna e quindi stiamo valutando azioni per tutelare la nostra immagine. Siano stati eletti dai cittadini – aggiunge Romeo – non ho mai visto una campagna d’odio di questa natura, noi dobbiamo rendere conto ai cittadini e non a una fantomatica petizione anonima anche se sappiamo chi la fa girare. Così non va bene, ci può essere dissenso, ma i problemi si risolvono nelle sedi opportune vedi consiglio comunale oppure un tavolo dove ritrovarsi per discutere le questioni relative alla maggioranza".

Romeo sottolinea poi, ribadendo il contenuto di un comunica stampa, quanto accaduto in consiglio comunale giovedì scorso. "Ci sono stati – puntualizza – diversi tentativi di mediazione che purtroppo non hanno portato al risultato di una mozione condivisa. Il nostro voto contrario non ha rappresentato una bocciatura dell’operato del sindaco. Ribadiamo piena fiducia al sindaco che peraltro, non è mai mancata in un momento di difficoltà umane ed economiche per tante persone". Infine il conseguente riferimento alla petizione. "Tutti noi siamo stati vittime – conclude Romeo – di una squallida compagna di odio mediatico costruita ad arte. Comprendiamo il disaccordo verso quello che è successo in consiglio comunale, ma l’odio non è mai una soluzione né tanto meno giustificabile o accettabile ".