VITTORIO BELLAGAMBA
Agroalimentare

Le sfide di Apo Conerpo: "Clima, geopolitica e Ue"

Il presidente del gruppo Vernocchi traccia il quadro: "Occorre più supporto da parte delle istituzioni per tutelare le nostre realtà" .

Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo

Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo

Apo Conerpo è leader nella produzione ortofrutticoli in Italia. È presente attivamente nelle regioni più vocate per la coltivazione ortofrutticola con 50 cooperative socie, che raccolgono la produzione di 6.000 agricoltori in 92 strutture di lavorazione. Anche se concentrata soprattutto in Emilia-Romagna, la base sociale del Gruppo può vantare presenze significative anche in Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Toscana e Sicilia.

"Oggi la sfida principale per un imprenditore agricolo è quella di continuare a produrre". È tranchant il commento di Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo: "Il cambiamento climatico sta impattando con decisione sul nostro settore, ma non è l’unica criticità che ci troviamo ad affrontare: a questo si affiancano il complesso scenario internazionale con i suoi effetti sui mercati e sui prezzi di energia e materie prime, l’esplosione dell’inflazione e il manifestarsi di nuove povertà, la difficoltà ormai critica nel reperire manodopera per il settore ortofrutticolo e le scelte spesso discutibili prese dall’Europa che impattano come un macigno sulle nostre aziende agricole".

Un quadro complesso dove sono proprio le Istituzioni europee ad essere al centro di un confronto acceso: "Dopo le proteste del movimento degli agricoltori della fine del 2023, le istituzioni europee avevano chiesto al mondo produttivo di presentare istanze chiare per creare un percorso che tenesse insieme le esigenze del primo settore e la visione ‘green’ che accompagna l’attuale idea di Europa. Lo abbiamo fatto: abbiamo chiesto, ad esempio, di sostenere l’installazione di impianti di irrigazione che permettono una razionalizzazione dell’uso dell’acqua; abbiamo lavorato sul tema degli imballi e segnalato la necessità di mantenere le poche molecole efficaci per difendere le produzioni da insetti e parassiti". Oggi, quasi un anno dopo, le risposte mancano o, peggio, vanno in direzione opposta: "Ci sentiamo dire che l’agricoltura è al centro del dibattito, che la sovranità alimentare per l’Europa è cruciale. Ma il tempo passa, nulla si muove e le aziende sono sempre più in affanno ed è di questi giorni la notizia della messa fuori legge dell’ultimo prodotto efficace contro la cimice asiatica. Sembra che le istituzioni europee non colgano la gravità del quadro e non si rendano conto che l’ortofrutta non ha più tempo".

Ad essere in sofferenza sono alcune filiere di grande importanza a livello regionale: "Penso alla recente campagna del pomodoro da industria, che ha visto accanirsi piogge e caldo estremo con effetti rilevanti sulle quantità di prodotto disponibile, o alle produzioni di kiwi a polpa verde. Questa specie ha bisogno di circa mille ore di freddo all’anno, ma negli ultimi quattro l’Italia ne ha ‘perse’ oltre 100 ogni dodici mesi e questo ha un impatto molto serio sulle rese produttive: a fronte di una superficie di raccolta di oltre 26mila ettari nel nostro Paese, mancherà circa il 50% di prodotto. Oppure alle filiera pericola che è tornata, dopo anni terribili, a una produzione quasi normale ma che ha visto scomparire la metà delle superfici coltivate fino a 10 anni fa, o a quella delle patate, la cui produzione è decimata dai danni degli elateridi".

Il settore ortofrutticolo, fin qui, ha resistito e, anzi, si è rimboccato le maniche: "Se viene meno la redditività, le aziende agricole chiudono. È per questo che, con passione e senso di responsabilità, Apo Conerpo ha messo in campo risorse importanti sul fronte della ricerca scientifica, ma occorrono segnali chiari e urgenti a livello europeo: la grande sfida che ci sta davanti è quella di gestire una transizione green, senza che ciò comporti una progressiva riduzione della produzione agroalimentare europea e il rischio di compromettere la redditività di intere filiere agroalimentari, che sono fondamentali per la sostenibilità economica e sociale di interi territori. Oggi la sfida principale per un imprenditore agricolo è quella di continuare a produrre: noi siamo pronti a farlo, ma da soli non possiamo".